Corriere della Sera, 23 ottobre 2018
Caso Cucchi: un altro carabiniere si aggiunge alla lista degli indagati
Un altro carabiniere si aggiunge alla lista di quelli indagati per la morte di Stefano Cucchi e il successivo depistaggio ipotizzato dalla Procura. Il tenente colonnello Luciano Soligo, all’epoca dei fatti comandante della compagnia Talenti-Montesacro, rientra in questo secondo capitolo investigativo, nato a giugno parallelamente a quello principale che vede imputati cinque militari dell’Arma, tra cui i presunti autori dell’aggressione: Francesco Tedesco, Raffaele D’Alessandro e Alessio Di Bernardo.
Soligo è il primo ufficiale ad essere iscritto dal pm Giovanni Musarò e viene coinvolto in quanto dalla compagnia Talenti Montesacro dipende la stazione di Tor Sapienza. E cioè il luogo dove Cucchi passò la notte del fermo dopo il fotosegnalamento (e il pestaggio) in quella di Casilina. Soligo è dunque il diretto superiore nella catena gerarchica che parte dal carabiniere scelto Francesco Di Sano e passa dal comandante di stazione Massimiliano Colombo, coindagati per falso.
Di Sano ha indirettamente dato il via a questo capitolo quando in aula – di fronte a documenti ufficiali prodotti dalla Procura – ha ammesso di aver modificato su richiesta di Colombo e «suoi superiori che non saprei indicare» l’annotazione in cui descriveva le condizioni di salute di Cucchi. Ne uscì una versione «edulcorata» rispetto a quella più dettagliata sulle difficoltà del detenuto a camminare e dormire a causa dei dolori. Quanto a Colombo, è stato perquisito una settimana fa e interrogato per quasi 8 ore venerdì scorso. Nella memoria del suo pc gli agenti della squadra mobile hanno rinvenuto mail di nove anni fa in cui il luogotenente riceveva e a sua volta trasmetteva a Di Sano l’ordine di riscrivere quella annotazione di servizio. Parte di questa documentazione potrebbe essere depositata dal pm Giovanni Musarò già domani in udienza nel processo principale. Come Colombo, anche il suo omologo della stazione Appia, il maresciallo Roberto Mandolini è indagato per falso e, con il collega Vincenzo Nicolardi, per calunnia (le accuse agli agenti della penitenziaria nel primo processo).
Quanto all’ipotesi che i due comandanti di stazione ed eventualmente Soligo abbiano a loro volta agito per ordini superiori, la Procura precisa che non ci sono al momento riscontri. Nelle prossime udienze verranno sentiti, ma come testimoni, il generale Vittorio Tomasone, ex comandante provinciale, il colonnello Alessandro Casarsa, già comandante del gruppo Roma, e il maggiore Paolo Unali, ex comandante della compagnia Casilina. Erano tutti presenti a una riunione presso il comando provinciale, una settimana dopo la morte di Cucchi, in cui si parlò anche del caso.
Ilaria Cucchi commenta così su Facebook le novità nelle indagini: «Falsi ordinati per far dire ai medici legali che mio fratello era morto solo ed esclusivamente per colpa sua e nostra. Lo abbiamo detto per anni che non era assolutamente vero. Che sensazione provo ora? Soddisfazione? No. Rabbia per tutto il dolore infertoci con insulti minacce e false verità? Sì. Dolore e amarezza, come cittadina per l’Arma dei carabinieri? Anche».