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 2018  ottobre 23 Martedì calendario

Contrordine, la carne fa benissimo

La carne rossa fa bene alla salute, è ottima per lo sviluppo del cervello, per la crescita scheletrica, per i muscoli e addirittura incrementa la fertilità. Il contrordine, dopo le note perplessità, è arrivato dai ricercatori della Oxford University, che hanno spiegato come mangiare 70/100 grammi di carne tre volte a settimana non solo non faccia male, ma sia assolutamente salutare, oltre che indispensabile in gravidanza e in età pediatrica e adolescenziale. Gli esperti britannici hanno in pratica criticato l’allarme lanciato anni fa dall’Oms, che aveva messo in relazione il consumo di carne rossa con l’insorgenza di tumori, cosa che aveva scatenato una sorta di fobia verso questo prodotto animale, spiegando che il primo beneficio della carne rossa è quello di fornire energia al cervello, ossigeno e proteine ai muscoli, oltre a quello di sviluppare il DHA, un grasso omega-3 protettore dei vasi sanguigni e che aumenta lo sviluppo delle attività cognitive. La carne rossa contiene la vitamina B12, o cobalamina, essenziale per lo sviluppo del sistema nervoso centrale e una dieta vegetariana in gravidanza può creare al neonato danni neurologici già in utero. La vitB12 è anche responsabile della capacità replicativa delle cellule del sangue e del Dna, e un recente studio pubblicato sul British Journal of Nutrition ha dimostrato che le persone che non assumono prodotti di derivazione animale, come latte, uova e appunto carne, rischiano una grave carenza di questa vitamina essenziale, oltre a un deficit di carnosina, un dipeptide che si trova principalmente nei muscoli e nell’encefalo, che aiuta a prevenire i morbi di Parkinson e Alzheimer e a contrastare l’invecchiamento. Inoltre la carne contiene un elettrolito importante, il selenio, che, secondo uno studio del Journal of Trade Elements in Medicine and Biology, aumenta la produzione di spermatozoi e di conseguenza la fertilità maschile. 

AMMINOACIDI
Insomma, la carne è l’unico alimento con tutti gli amminoacidi essenziali necessari al nostro organismo per la sintesi proteica, e contiene nutrienti che tutti gli altri cibi, da soli, non hanno, perciò è importante assumerla in un’alimentazione equilibrata, soprattutto in fase di crescita. Anche lo IARC (International Agency for Research on Cancer) ha confermato che la carne non fa male in termini assoluti, perché tutto dipende da quanta se ne mangia, e le linee guida indicano che 300/500grammi (peso dopo la cottura) a settimana in 3/4porzioni da circa 100grammi sono assolutamente consigliabili, concludendo che il consumo non oltre questi dati non costituisce alcun pericolo per la salute. Tutto era partito da un’analisi condotta nel 2011 dal World Cancer Research Fund, il quale aveva stimato che un consumo eccessivo di carni rosse lavorate aumentava del 15% il rischio individuale di ammalarsi di cancro del colon-retto. Si trattava però del cosiddetto ?rischio relativo?, che va cioè rapportato al ?rischio reale? o assoluto del singolo individuo. Ovvero, se una persona non ha familiarità per questo tipo di neoplasia, ed ha abitudini di vita salutari, il suo rischio resterà comunque basso per le ragioni esposte, e quindi in termini assoluti quella persona non avrà modificato di molto il proprio rischio di ammalarsi di cancro al colon. Le indicazioni dello IARC vanno quindi considerate in chiave di salute pubblica, cioè su tutta la popolazione, più che dal punto di vista del singolo caso, perché la probabilità di contrarre un tumore dipende come sappiamo da molti e diversi fattori, inclusi quelli genetici. L’effetto ?oncologico? della carne rossa era stato attribuito alla presenza in essa del ferro EME, un potente ossidante, ed alla capacità della carne durante la digestione di modificare la composizione delle colonie di batteri che vivono nel nostro intestino.

 BACON E SALSICCE Ma una grande metanalisi pubblicata nel 2012 dall’ Harvard School for Public Health ha rilevato un aumento del rischio solo in chi consuma grandi quantità di carne lavorata e trattata, tipo bacon e salsicce, e sottoposta a forte arrostimento, ma non in chi consuma carne rossa fresca, e tale rischio è sempre collegato all’obesità, che provoca diabete, ipercolesterolemie e ischemie,con effetti patologici derivati dalla globalità delle malattie associate. Come per il fumo infatti, tutti i prodotti ad alta combustione andrebbero evitati, ed il consiglio è quindi quello di non far bruciare la carne durante la cottura, ma per il resto mangiarla in tutta tranquillità, perché non è assolutamente la causa principale dei tumori. Inoltre la carne è un’alleata preziosa della linea, poiché grazie al suo effetto saziante e al basso contenuto calorico, favorisce la soppressione della grelina, l’ormone che stimola la fame, provocato dalla digestione delle proteine. La carne gioca un ruolo fondamentale nell’alimentazione degli sportivi, in quanto importante fonte di ferro altamente assimilabile, e stimola la sintesi proteica muscolare e di conseguenze l’accrescimento dei muscoli. L’emoglobima e la mioglobina contenute nelle carni rosse inoltre, forniscono ossigeno al cuore ed alle fasce muscolari, ed è noto che i soggetti vegetariani hanno minori prestazioni sportive rispetto ai carnivori. In Italia recentemente è stato emesso un parere positivo dal Ministero della Salute e dal Comitato Nazionale per la Sicurezza Alimentare, che recita: «La carne è un’importante fonte di proteine ad alto valore biologico e di altri nutrienti essenziali per la vita, soprattutto in alcune fasce d’età e condizioni di salute».

 CONSUMO: IL 5% IN PIÙ Nel primo trimestre del 2018 è stato registrato un aumento di oltre il 5% di spesa per il consumo di carne da parte delle famiglie italiane, una inversione di tendenza rispetto agli anni precedenti, con una svolta verso la qualità, visto che il 45% dei nostri connazionali privilegia quella proveniente da allevamenti italiani, le cui carni sono più sane, non trattate con ormoni e sottoposte a rigidi disciplinari di produzione che assicurano il benessere e la qualità dell’alimentazione degli animali. Perché chi elimina i cibi di origine animale dalla propria dieta rischia di incorrere in gravi deficit nutrizionali, che, soprattutto nei bambini e negli anziani, potrebbero compromettere la salute fisica e cognitiva, dal momento che le sostanze a rischio di carenza in assenza di assunzione di carne sono la vitamina B12, la VitD, gli acidi grassi Omega-3, il calcio, il ferro e lo zinco. In Italia la sicurezza delle nostre carni è garantita da una rigorosa normativa e da un sistema sanitario tra i più strutturati a livello internazionale, grazie a circa 4.500 veterinari ufficiali che quotidianamente eseguono ispezioni e controlli non solo sul prodotto finito, ma su tutta la filiera produttiva. L’uomo è un animale onnivoro, geneticamente programmato per digerire perfettamente la carne, presente nella nostra dieta da secoli, ma negli ultimi dieci anni sono stati segnalati i danni neurologici, anche gravi, con ritardi nella crescita, nei bambini sottoposti dai genitori a diete vegane, che in età pediatrica sono assolutamente inadeguate, soprattutto considerando l’ambito neurologico, psicologico e quello motorio.