il Fatto Quotidiano, 22 ottobre 2018
Al via il processo per i fatti di piazza San Carlo
Omicidio colposo, lesioni aggravate colpose e disastro. Da domani la sindaca Chiara Appendino e altre quattordici persone dovranno difendersi da queste accuse per evitare il processo. Nei loro confronti la procura di Torino ha chiesto il rinvio a giudizio per gli incidenti avvenuti in piazza San Carlo il 3 giugno 2017, quando di fronte al maxischermo con la finale di Champions League, Juventus-Real Madrid, ondate di panico provocarono più di 1.500 feriti e una vittima, Erika Pioletti, deceduta in ospedale dodici giorni dopo i fatti. Sarà certamente un momento difficile per la sindaca dei Cinque stelle. Alcuni avvocati delle tantissime persone offese che si costituiranno parte civile nel processo sono pronti a chiedere al giudice di riconoscere il Comune di Torino come responsabile civile: questo significa che, se mai si dovesse arrivare alla condanna di amministratori, funzionari e dipendenti, la Città dovrà risarcire le parti civili e ci sono 396 feriti che hanno sporto querela. Dopodiché, quando il Comune avrà pagato, la procura della Corte dei conti potrà avviare un procedimento per rivalersi sugli amministratori e quindi anche su Appendino.
Su un altro fronte circa cinquecento persone hanno chiesto un indennizzo direttamente alla Città, ma le compagnie assicurative hanno chiesto all’amministrazione di congelare tutte le trattative per i risarcimenti in corso al momento perché ritengono che l’esito del processo sia molto incerto. Una stima attendibile dei risarcimenti ancora non c’è, ma si ipotizzano diversi milioni di euro da pagare.
Da due settimane, inoltre, i consiglieri comunali del Partito democratico stanno cercando di ottenere la costituzione di parte civile del Comune di Torino, affinché non passi soltanto l’idea di una città responsabile dei fatti, ma anche l’immagine di una città profondamente danneggiata da quell’incidente. Essendo la sindaca tra gli indagati, la giunta avrebbe dovuto nominare un curatore speciale per occuparsi della vicenda. Tuttavia la mozione per discutere questo tema è stata respinta dal Movimento 5 Stelle: “Alla vigilia dell’udienza preliminare usarla (la costituzione di parte civile, ndr) per battaglie politiche, come sta cercando di fare una parte delle opposizioni, è inaccettabile”, aveva dichiarato la capogruppo Valentina Sganga. Se mai se ne dovesse discutere, avverrà soltanto a udienza preliminare cominciata. In un parere del segretario generale del Comune, Mauro Penasso, si legge che se la città fosse ritenuta responsabile civile e si costituisse anche parte civile, si dovrebbero preparare “difese divergenti e per loro stessa natura non compatibili”. Una delle soluzioni possibili, proposta dal capo dell’avvocatura del Comune, è la costituzione di parte civile della Città di Torino nell’eventuale processo contro la banda di baby-rapinatori che – sostengono gli investigatori – quella sera scatenò l’ondata di panico utilizzando uno spray al peperoncino per mettere a segno alcuni scippi.