la Repubblica, 22 ottobre 2018
I dieci condoni del decreto fiscale
Da martedì quando il tormentato decreto fiscale arriverà, presumibilmente, in “Gazzetta Ufficiale”, ci saranno a disposizione degli evasori e, in genere, di coloro che per qualsiasi ragione non sono in regola con il fisco, 9 tipi di vie d’uscita, tra sanatorie, rottamazioni e condoni veri e propri, più uno, il cosiddetto “saldo e stralcio” per gli “indigenti”, che arriverà con un emendamento durante l’iter parlamentare. Si potrebbe dire “dieci condoni dieci”.
È la Lega che da sempre fa una battaglia a favore del maxi condono, sono i Cinque stelle che da sempre si oppongono. Ma, alla fine della fiera, la Lega ha ottenuto quello che voleva. Di Maio, è riuscito solo ad evitare il condono del rientro dei capitali e della mancata denuncia di immobili all’estero, mentre il mantenimento dei reati tributari più il riciclaggio, risulta ininfluente perché il penale scatta per tutte le fattispecie ben oltre il tetto massimo del condonabile pari a 100 mila euro (un tetto dovuto all’opposizione dei Cinque Stelle).
Detto questo, la parte eticamente più sensibile del pacchetto è la cosiddetta dichiarazione integrativa nella sua versione speciale (come da comunicato stampa del Consiglio dei ministri di sabato che usa proprio la formula “speciale"). Di Maio continua a dire che la dichiarazione integrativa già c’è nel nostro ordinamento, ma il decreto introduce la “dichiarazione integrativa speciale” (come quella del condono tombale del 2002). La differenza sta nel fatto che la dichiarazione integrativa ordinaria, oggi possibile, impone il pagamento della intera maggiore imposta emersa (e non solo il 20 per cento come nel decreto fiscale), l’applicazione delle sanzioni al minino (nel caso di dichiarazione infedele il 90 per cento) mentre le sanzioni penali sono a discrezione del giudice. Nel caso della integrativa speciale, che Di Maio difende, il condono riguarda le sanzioni, la parte della maggiore imposta dovuta (solo il 20 per cento invece delle aliquote ordinarie che arrivano fino al 43 per cento), mentre il penale è escluso perché il massimo di 100 mila euro è sotto la soglia di punibilità (sopra i 150 mila euro per dichiarazione infedele).
Dunque dichiarazione integrativa speciale, cioè un condono, e non ordinaria.
Per il resto è più facile individuare chi resterà fuori dalle 10 sanatorie. In pratica non potrà partecipare chi ha evaso più di 100 mila euro, ma attenzione: solo se non è stato “pizzicato”. Perché se è stato scoperto dalle Fiamme Gialle o dall’Agenzia delle entrate entrano in ballo due possibilità di uscita: cioè la rottamazione dei processi verbali di constatazione della Guardia di Finanza (i cosiddetti Pvc) e degli avvisi di accertamento della Agenzia delle entrate. Due rottamazioni, che consentono l’abbuono di sanzioni e interessi e la rateizzazione, di cui si è parlato poco ma che sono rilevanti perché si possono attivare entro il 31 maggio del 2019, se la visita del fisco è arrivata prima del decreto.
Un condono è previsto per chi è in stato di particolare disagio economico con sconto sulle tasse non pagate o evase dal 6 al 25 per cento, oltre alla mega operazione della rottamazione ter (definizione dei ruoli dal 2000 al 2017 con annullamento di sanzioni e interessi). E oltre al condonino totale sotto i 1.000 euro, soprattutto multe e bolli auto, per 10 milioni di interessati. E chi è arrivato alla Commissione tributaria? Sconti dal 20 al 50 per cento per metterci una pietra sopra.