Corriere della Sera, 22 ottobre 2018
«La confessione», Magalli regola i conti con i suoi nemici
Un tempo, di Giancarlo Magalli si diceva che fosse il «tappabuchi» della tv italiana. Quando un programma non andava bene, quando un conduttore si ammalava, quando bisognava sostituire qualcuno il primo nome che in Rai saltava fuori era il suo: Magalli obbediva, ci metteva una pezza e tornava nelle retrovie.
Questo succedeva nell’altro secolo. Adesso Magalli non solo è un conduttore affermato, non solo riesce a far fuori i compagni o le compagne di viaggio che non gradisce (all’apparenza pacioso e rassicurante, si trasforma e mostra il suo vero carattere per nulla compiacente con chi lo critica), ma ha raggiunto anche una certa notorietà anche sul web, tanto da essere arruolato dai The Pills in uno dei loro sketch, tanto da partecipare con successo alle Quirinarie.
Venerdì sera, intervistato da Peter Gomez nel programma La confessione (Nove, ore 23), si è liberato di qualche peso. Ha mandato a stendere l’ex direttore di Rai1, Fabrizio Del Noce («Del Noce ne ha fatte tante, non è che stiamo a rievocarle tutte, ne ha fatte tante non solo a me, basta pensare a quello che ha fatto a Biagi»), ma soprattutto ha chiuso i conti con Agostino Saccà. Gomez gli ha ricordato la telefonata in cui Berlusconi, proprietario di Mediaset, chiedeva favori all’ex dg. Magalli (facendo il verso): «Presidente, lei deve solo chiedere, Presidente». E poi: «Ho provato rabbia e indignazione anche perché poi con Saccà ho avuto anche qualche scontro personale e quindi poi scoprire che questo che con me faceva tanto il proboviro, in realtà poi stava a mezzo servizio con il capo della concorrenza, non mi ha fatto piacere devo dire». Il problema vero di Magalli è che continua a fare una tv peggiore di quello che lui è (ha scelto di lavorare con Michele Guardì), una tv non all’altezza (non è una battuta) delle sue ambizioni e della sua intelligenza.
E di questo non può dare la colpa a nessuno.