La Stampa, 22 ottobre 2018
Robo-advisor, l’intelligenza artificiale che annulla l’emotività negli investimenti
I robot possono costruire automobili, cucinare, esplorare i fondali marini o la superficie di pianeti o satelliti. Ma da qualche anno possono anche essere dei consulenti d’investimento. Questo è il caso dei robo-advisor, assistenti strategici artificiali che possono accompagnare il cliente verso i suoi obiettivi finanziari. E non sono poche le banche italiane che se ne stanno dotando. Come Banca Sella, in collaborazione col pioniere del settore, Moneyfarm, e Banca Profilo e il suo Tinaba.
Immaginate di avere in portafoglio un pacchetto di azioni il cui valore si sta deprezzando in modo significativo per via di effetti esogeni alla solidità dell’azienda che le ha emesse. Presi dall’emotività, è probabile che decidiate di chiudere quella posizione, salvo poi scoprire, mesi dopo, che i timori erano infondati e la scelta avventata, dato che poi la quotazione azionaria è tornata a crescere. Ecco, i robo-advisor puntano a minimizzare l’aspetto emotivo degli investimenti. Perché sono software che analizzano lo storico del titolo che avete in portafoglio, il contesto di mercato, lo storico dei mercati finanziari e i picchi di volatilità negli anni passati. In pratica, viene utilizzata l’intelligenza artificiale per calcolare tutte le variabili possibili da applicare a quel titolo. Con l’obiettivo, appunto, di ridurre al minimo gli errori umani.
I robo-advisor si stanno facendo strada anche in Italia. Uno dei primi è stato Moneyfarm, fondato da Giovanni Daprà e Giovanni Galvani nel 2011, e subito diventato uno dei punti di riferimento a livello europeo. Come ogni genere di gestore finanziario, anche i robo-advisor possono coordinare e ottimizzare le scelte di portafoglio in base al profilo di rischio desiderato. Inoltre, possono bastare piccole somme di denaro, 2000 euro nel caso di Tinaba – Banca Profilo o 5,000 euro nel caso di Banca Sella, per investire. Stesso discorso per CheBanca!, con Yellow Advice, e Fineco, con X-Net. Come spiega Daprà, «non esistono strumenti di investimento adatti a chiunque, dato che la stessa categoria dei robo-advisor ingloba modelli diversi». Tuttavia, «l’utilizzo della tecnologia nella gestione del risparmio aiuti a servire al meglio una grande fascia della clientela retail che fino a oggi era trascurata oppure era servita dall’industria finanziaria a costi molti elevati». Non solo meno emotività, dunque, ma anche meno spese.