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 2018  ottobre 22 Lunedì calendario

Record di export per il Made in Italy

Frutta, vino, salumi e pasta. Il Made in Italy invade le tavole estere, facendo segnare un record senza precedenti. Per la prima volta nella storia le esportazioni dei nostri prodotti superano 28 miliardi di euro. Il valore registrato nei primi otto mesi del 2018 equivale a un incremento del 3,4% rispetto allo scorso anno. Un primato certificato dall’analisi di Coldiretti, che vede frutta e verdura in testa alla classifica: quasi 4,7 miliardi di esportazioni. Al secondo posto c’è il vino (quasi 3,5 miliardi di euro), con uno storico sorpasso dell’estero: il valore delle bottiglie esportate supera quello delle vendite in Italia. L’unica eccezione è il prosecco, in calo per la prima volta dopo dieci anni di boom. La top five dell’export è poi completata da carni e salumi (1,64 miliardi), formaggi (1,5) e pasta (1,4). 
Il principale mercato è ancora l’Unione europea, che assorbe quasi i due terzi dei nostri prodotti. La Germania è il partner principale (aumento del 4,9%), ma l’incremento maggiore è verso la Francia: Oltralpe finiscono il 7,4% di cibi italiani in più rispetto al 2017. 
Frenata verso gli Usa
L’onda lunga della Brexit rovina solo in parte la festa: l’export verso il Regno Unito aumenta, ma solo dell’1,3%. A frenare i nostri prodotti, a livello globale, sono anche le nuove posizioni nazionalistiche adottate fuori dal Vecchio Continente. Per questo il mercato statunitense, il principale al di fuori dai confini comunitari, frena: l’aumento è solo dell’1,5%. L’embargo della Russia ad alcuni prodotti, invece, non colpisce i prodotti italiani: l’export verso Mosca cresce del 6%. 
Tutto rosa, dunque? In realtà potrebbe andare meglio, molto meglio. Specie se nei supermercati all’estero sparissero i prodotti taroccati. Il falso Made in Italy, che sfrutta impropriamente parole italiane, il nostro tricolore e immagini del Belpaese, vale complessivamente oltre 100 miliardi di euro. Per questo il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo, chiede una maggiore tutela contro l’agropirateria internazionale. 
Il boomerang dei bollini
A preoccupare i produttori italiani ci sono anche i «bollini neri» messi su numerosi prodotti in Sudamerica: il Cile, per esempio, ha iniziato a marchiare, sconsigliandone di fatto l’acquisto, prodotti come il parmigiano, il gorgonzola, il prosciutto e, addirittura, gli gnocchi. In Europa, invece, c’è il caso dell’etichetta a semaforo, adottata in Gran Bretagna: finisce per escludere nella dieta alimenti come formaggi e salumi italiani. Una situazione che non va giù a Roberto Moncalvo: «Vengono promossi con il semaforo verde cibi spazzatura con edulcoranti al posto dello zucchero e bocciati elisir di lunga vita come l’olio extravergine di oliva, il simbolo della dieta mediterranea».
Un altro allarme arriva dal clima. Il caldo anomalo di settembre e il brusco calo delle temperature, previsto nei prossimi giorni, metterà a rischio le colture. È la stessa Coldiretti ad annunciarlo. La speranza è che il meteo, negli ultimi quattro mesi dell’anno, non freni il primato.