Corriere della Sera, 21 ottobre 2018
Michael Moore che chiede al Papa se il capitalismo è peccato e lui risponde «Sì»
Entra al grido di «Bye bye Salvini». E subito rilancia. «Prima di tutto Berlusconi è stato il Trump originale. Sono stati gli Usa a copiarlo, però adesso con Salvini e Di Maio sembra che stiate cercando di battere Trump». È un Michael Moore molto tonico quello che ieri sera si è presentato a Propaganda Live, ospite di Diego «Zoro» Bianchi su La7.
Il regista di Flint, profondo Midwest, premio Oscar con Bowling a Colombine, sarà oggi protagonista di un Incontro ravvicinato alla Festa di Roma in occasione dell’anteprima italiana dell’ultimo film, a quattordici dalla Palma d’oro con Fahrenheit 9/11, il doc sulla presidenza Bush e gli attentati dell’11 settembre. Con un gioco di parole ricco di significati ha intitolato il nuovo lavoro – «un horror satirico» – Fahrenheit 11/9, data dell’elezione di Donald Trump, il 9 novembre 2016.
Un’elezione che, sostiene è il «risultato di una lunga spirale verso il basso. Non è caduto dal cielo. Non c’è niente che io possa dire di lui che non si sappia. Finora tutto quello che gli è stato buttato addosso non ha funzionato. Per fermarlo l’unica speranza è che la gente vada a votare in massa in novembre: Bisogna combattere in tutto il mondo contro il nuovo fascismo». Nel film, che uscirà in sala per Lucky Red per tre giorni a partire da lunedì prossimo, non fa sconti neanche ai democratici, incapaci di conquistare il voto popolare. Ma ora è la situazione italiana a incuriosirlo. «Voglio capire cosa cavolo è successo in Italia, con Salvini e 5 stelle?».
La trasferta romana di Michael Moore era iniziata mercoledì quando ha incontrato papa Francesco all’udienza generale in piazza San Pietro. «Gli ho detto posso farle una domanda: crede che un sistema economico che dia vantaggio a pochi a scapito dei molti sia peccato? In altre parole, il capitalismo è un peccato? Mi ha risposto sì». Prima di andare via fa in tempo a dare un consiglio a Makkox: «Fai un doc tutto a vignette».