Il Sole 24 Ore, 21 ottobre 2018
Elusore e antivaccinista entrano nel vocabolario
Lo Zingarelli è per gli utenti della lingua – soprattutto di quella scritta – quel che per i contadini di un tempo era il lunario: un accompagnatore fedele e periodicamente rinnovato, in cui ritrovare annata dopo annata le notizie utili all’orientamento nella vita di ogni giorno. Tutti i vocabolari hanno una simile funzione, e la loro complementarietà rispetto ai libri di grammatica sta nella proposta di mettere ordine, con l’aiuto della sequenza alfabetica, nel caos a prima vista ingovernabile delle parole, entità che appaiono ben più fluttuanti e cangianti rispetto alle categorie in apparenza immutabili (e in realtà altrettanto variabili, ma più lente) delle descrizioni grammaticali. Uno dei caratteri peculiari del lessico sta nella sua incessante mutevolezza. E uno dei tratti tipici dello Zingarelli, in Italia, sta nel suo tentativo di seguire questo rinnovamento con un aggiornamento periodico. Ogni anno, molte decine di nuove parole entrano nello Zingarelli (e molte ne escono) in base al principio che esso non intende rappresentare l’italiano quale è stato o quale potrebbe essere, ma quale di fatto è nell’uso di chi lo scrive ogni giorno. Sia chiaro: la maggior parte delle nuove entrate non è costituita da parole nuove nel senso di appena nate, o comparse da poco per effetto della novità degli oggetti o dei concetti che vi corrispondono. Sono rari, e di solito limitati a termini d’importazione, i casi come burkini (burka+bikini), emerso solo da pochi anni – la parola come il costume – dalle acque delle spiagge italiane dopo aver fatto altrove la sua prima comparsa; o come l’orrido gamification (’introduzione di dinamiche proprie dei giochi o dei videogiochi per ottenere un migliore rendimento in ambito professionale o didattico’), parola e idea che ci ammorbano dal 2011. Le parole nuove dello Zingarelli appena uscito sono perlopiù termini che circolano da molto, e talvolta da moltissimo tempo, ma che solo di recente si sono diffusi al punto da diventare comprensibili – o da sollecitare la curiosità indagatrice: anche a questo servono i dizionari – da parte di un ampio pubblico. È il caso ad esempio di antivaccinista, termine che a quanto pare era usato in italiano già nel secolo XIX, ma che solo da poco è diventato una parola-chiave dell’attualità assieme a locuzioni come immunità di gregge (altra novità dello Zingarelli 2019), che ovviamente non è un’espressione della pastorizia. Nuove o di recente diffusione, stando ai redattori dello Zingarelli, sarebbero anche parole come elusore(che molti direbbero una vecchissima conoscenza della cultura nazionale) o chiabotto nel senso piemontese di ’piccolo cascinale’. È una parola usata anche da Fenoglio, d’accordo: ma tendo a credere che la maggior parte degl’italiani a cui ne venisse chiesto il significato penserebbe prima a una reginetta subalpina che a una casetta di montagna.