Corriere della Sera, 21 ottobre 2018
L’Attore? mestiere a rischio (e da poveri)
Che scoramento, quasi ogni giorno un attore ci racconta com’è finito sul lastrico. Sono testimonianze tristi, storie di malversazioni, di contributi non versati, di soldi sperperati. Personaggi fino a ieri famosi che ora si trovano nell’indigenza. L’ultima confessione è stata quella di Marco Milano, il popolare «Mandi Mandi» di «Mai dire gol». Per una causa con Equitalia gli è stato pignorato tutto e non lavora più. Qualche giorno prima c’era stata l’amara confessione di Flavio Bucci, l’indimenticabile Ligabue, che vive in una casa famiglia dopo aver speso tutto in vodka, coca e donne. Non se la passano bene nemmeno Leopoldo Mastelloni, Marco Della Noce (è finito a dormire in una macchina), Alvaro Vitali, Claudio Lippi, Marco Baldini, Gianfranco D’Angelo e altri ancora. Quando sei sulla cresta dell’onda, quando sei abbagliato dal successo e dalla magia della scena, è difficile pensare al dopo. E poi, quello dell’attore, è un mestiere a rischio, non solo materiale. Vittorio Gassman diceva che «recitare non è molto diverso da una malattia mentale: un attore non fa altro che ripartire la propria persona con altre. È una specie di schizofrenia». Oggi, gli attori alle prime armi guadagnano circa 1500 euro lordi per due mesi di lavoro (senza orari). Nel frattempo, gli show quotidiani della politica rubano loro il palcoscenico. A tutto vantaggio della commedia. E della tragedia.