Corriere della Sera, 13 ottobre 2018
«Operazione Nas», i controlli al ristorante diventano crime
Chiudono trattorie dove l’igiene è un optional, ispezionano un allevamento di galline ovaiole per vedere se agli animali sono stati somministrati antibiotici, entrano in un panificio che sembra un’officina meccanica, tanto è sporco, controllano un edificio dove si preparano gli arrosticini (spiedini di carne di pecora tipici della cucina abruzzese).
Quasi sempre, al termine di ogni ispezione, saltano fuori brutte sorprese: cibo avariato, mal conservato, topi, blatte nel ristorante o nel supermercato sotto casa, merci illegali e giocattoli contraffatti nel negozio di fiducia, medicinali scaduti e molto altro ancora. «Operazione Nas» è una serie di Carla Mellidi e Gregorio Paolini, composta da 40 episodi da 30 minuti ciascuno, e trasmessa dal lunedì al venerdì sul Nove, ore 19.55 (visibile anche su Dplay). Ovviamente, le riprese delle operazioni dei NAS (Nuclei Antisofisticazione e Sanità per la tutela della salute) sono fatte in stretta collaborazione con il Comando dei Carabinieri. Una troupe segue i militari mentre ispezionano negozi, supermercati, grandi magazzini, allevamenti, canili, ospedali, stabilimenti balneari, piccole e grandi imprese.
Il lavoro di montaggio trasforma «semplici» operazioni di routine in casi esemplari, in racconti che sospingono lo spettatore nel mondo del «crime». Il messaggio che traspare è molto positivo: i cittadini si tranquillizzano non solo perché si sentono tutelati dai carabinieri entrati in azione, ma soprattutto perché, attraverso questi filmati, imparano i criteri operativi utilizzati, le strategie d’intervento, le tecniche di antisofisticazione. A onor del vero, c’è da dire che questa serie è uno strumento di promozione per i carabinieri del NAS (e come tale va anche giudicata); dimostra però come oggi la comunicazione sia un’arma dissuasiva in più in mano alle forze dell’ordine. Basta non abusarne, basta non usarla per singole autopromozioni.