Corriere della Sera, 8 ottobre 2018
Strane ma vere. Le auto più bizzarre presentate al Salone di Parigi
Al pubblico che al salone di Parigi (fino al 14 ottobre) spalanca gli occhi di fronte alla stranezza di bolidi come le Ferrari Monza Sp1 e Sp2 chissà che impressione fanno oggetti che oltrepassano i confini della realtà ben più barchette di Maranello.
Prendete la Renault EZ-Ultimo, un concept che definire visionario è poco. Intanto, nonostante i suoi 570 centimetri di lunghezza fa sedere tre passeggeri, due da una parte e uno dall’altro, che si guardano. Un taxi-robot sfarzoso (pelle, legno e marmo dei Pirenei), custode della privacy (grandi vetri scuri, a prova di curiosi), con quattro ruote sterzanti (per muoversi meglio in città), connesso (la rete, le infrastrutture, gli altri veicoli) e a guida autonoma (livello 4: senza guidatore). Lo si prenota da un’app, arriva, parcheggia, carica e porta a destinazione. Ovviamente è elettrico: il motore muove le ruote anteriori e le batterie (sotto il pianale) si ricaricano per induzione, cioè senza cavo. L’EZ-Ultimo non è un unicum: i francesi hanno già presentato in marzo, a Ginevra, l’EZ-Go (un bozzolo dalle superfici vetrate trasparenti) e pochi giorni fa, ad Hannover, l’EZ-Pro (per il trasporto commerciale). Stesso pianale, stessa formula. Il senso di questa trilogia degna di una saga fantascientifica? Lo spiega l’autore, il designer olandese Laurens van den Acker, capo dello stile Renault: «Si è aperta una nuova era della mobilità. I trend di consumo evolvono e cresce la richiesta di servizi di trasporto on demand. Gli EZ rispondono a questa domanda e guardano già alle future smart city».
Anche la Mercedes EQ Silver Arrow è «strana». Cinque metri e 30 di lunghezza e un posto: per il pilota. E non potrebbe essere diversamente visto che questo concept si ispira all’auto che nel 1937 toccò i 432,7 km/h sull’autostrada Francoforte-Darmstadt. Quella W125 aveva 736 cavalli, prodotti da un V8 sovralimentato, mentre la EQ Silver Arrow ne dichiara 750, sono elettrici e vengono distribuiti su tutte le ruote. Niente tetto, ma anche qui pelle e legno. E tanta elettronica, gadget compresi: tramite un display si può gareggiare contro le Mercedes da corsa, storiche e moderne, mentre un generatore di suono produce la voce della monoposto di Hamilton o di una Amg V8. Missione della Silver Arrow? Duplice: lanciare la famiglia EQ, il sub-brand delle Mercedes elettrificate, e sintetizzare la pulizia stilistica dei progetti più green del costruttore tedesco. Ma il messaggio è un altro: lo scenario della mobilità elettrica è vicino, e Mercedes vuole raggiungerlo a tutta velocità...
L’Audi PB 18 e-tron, come la Mercedes, è già apparsa negli Usa e a Parigi fa il suo debutto europeo. Di lusso non se ne parla: la vettura vuole dimostrare che i concetti di supersportività e trazione elettrica non sono antitetici. Del resto a sterzare, frenare e accelerare è un pilota in carne e ossa. Il cui posto può essere posizionato a destra, al centro o a sinistra, come si vuole: anche i comandi di sterzo e freni sono elettrici. Elettrica ovviamente la trazione: tre motori (due dietro, uno davanti) che producono 775 cv. Con un peso che supera di poco la tonnellata e mezza, l’auto passa da 0 a 100 orari in due secondi: un lampo quasi da F1. Mentre dalle Audi che hanno sbancato LeMans vengono l’aerodinamica e i proiettori laser. Messaggio: se pensate che il mondo delle auto elettriche sia noioso, non sapete di che cosa state parlando.