Il Messaggero, 8 ottobre 2018
Intervista a Caterina Balivo
Napoletana, classe 1980, sposata con due figli (il marito è il finanziere-scrittore Guido Maria Brera, 1969), Caterina Balivo ha passato gli ultimi otto anni a Milano e gli ultimi sei alla guida del fortunato programma di Rai2 Detto fatto. Dal 10 settembre ha cambiato vita: dal lunedì al venerdì, alle 14, conduce in diretta – da Roma, dove si è trasferita con tutta la famiglia – il nuovo format di Rai1 Vieni da me. Alla stessa ora se la vede con Bianca Guaccero, 37 anni, che l’ha sostituita a Detto fatto. Risultato? All’inizio, un mezzo disastro. Oggi, dopo un mese, con gli ascolti in salita, un po’ meglio (la media è del 10 per cento, superiore a quella dell’anno scorso).
Nelle ultime settimane ha pensato spesso Chi me l’ha fatto fare?.
«Mai. Giuro».
Primo bilancio?
«Sono finita in un vortice con tante, forse troppe, cose nuove: programma, città, casa... Ma sono soddisfatta, i nuovi progetti hanno bisogno di tempo per trovare la cifra giusta».
Perché ha cambiato? L’hanno fatta fuori? Ha dovuto far spazio?
«No. Solo per crescere un po’».
Restare nella stessa fascia oraria, però, che senso ha?
«Non si possono fare sempre le stesse cose».
Si aspettava altro? Con la Rai si sente in credito o in debito?
«In pace. A volte mi sono sentita poco valorizzata, ma questo succede ovunque. Alla fine continuo a fare quello che mi piace».
Chi l’ha valorizzata di meno?
«Quelli che non mi hanno fatto crescere. Non faccio nomi, però».
È diventata così diplomatica? Passa per una fumantina
«Ho due figli piccoli e mio marito, che la sa lunga, mi ha insegnato a star tranquilla».
Proprio suo marito nel 2014 ha scritto Diavoli raccontando la scatola nera del mondo della finanza. Com’è quella della tv italiana?
«Diciamo che c’è registrato soprattutto questo messaggio: per sopravvivere oggi devi fare quello che ti piace. Se ci riesci è più facile mandare giù certe cose – cattiverie, soprusi, maldicenze – se non ce la fai è veramente impossibile. Capito questo si realizza anche perché a volte, oggi, certa gente riesca a essere così feroce. I rapporti si sono molto incarogniti, una volta c’era più umanità e rispetto».
Ha amici veri in questo mondo?
«Mah! È tutto così frenetico Non si ha il tempo di diventare amici con persone che vivono così».
Per Vieni da me ha preso come modello l’americana Ellen DeGeneres e il suo show: non ha esagerato?
«Era solo uno spunto... Devo ancora migliorare, soprattutto sul fronte delle interviste».
Proprio Ellen De Generes nel 1997 fece un clamoroso coming out in diretta tv per far sapere a tutti di essere lesbica: lei potrebbe sorprenderci in qualche modo?
«Bella domanda, anche se non so cosa rispondere. Di sicuro tutti noi abbiamo dei lati oscuri».
Il suo qual è? Ha mai avuto tentazioni gay?
«No. Ma quando ho incontrato Monica Bellucci ho capito perché tutti gli uomini impazziscono per lei».
L’equivoco più frequente sul suo conto?
«Che mi vada sempre tutto bene, cosa non vera. Prima quando mi attaccavano, soprattutto sui social, mi incazzavo. Adesso non perdo più tempo».
Com’era prima?
«Agli inizi una jena. Pensavo soltanto a me stessa. Poi le batoste mi hanno fatto crescere e migliorare».
Ha fatto di tutto: ha girato anche un film
«Sì, Il regalo di Anita nel 2005. C’era anche Caterina Murino. Non è mai uscito».
E tante pubblicità: quali?
«Maionese, capelli, posta, telefoni Quando prendevano un’altra al posto mio, diventavo una furia».
Faccia un esempio.
«Ricordo lo spot di Dolce e Gabbana del 2000. Avevano deciso di non farlo con Monica Bellucci e volevano un volto nuovo. All’ultimo provino ci ritrovammo io e Luisa Ranieri, prima del boom di Anto’ fa caldo. Lo feci benissimo, ma non bastò. Mi incazzai e piansi per tre giorni. Poi mi chiamò Giuseppe Tornatore per dirmi che l’avrebbe girato nuovamente con la Bellucci».
Mai stata a un provino in una casa?
«Se l’agenzia mi mandava lì, certo. Ma se avessi visto un letto e il copione non lo prevedeva, me ne sarei andata. Per muoversi in certi ambienti bisogna svegliarsi e avere carattere. Io ce l’ho sempre avuto, fin dai tempi della scuola».
Mai stata bullizzata?
«Sì, alle medie. I compagni mi odiavano perché mio padre era il vicepreside. Tutti pensavano che io facessi la spia. Mi aiutò un’insegnante bravissima».
I suoi riferimenti televisivi?
«Loretta Goggi, Ambra, Mara Venier. Ho sempre puntato in alto. A scendere si fa sempre in tempo».
Scesa spesso?
«È successo».
Il punto più basso?
«Nel 2010. Da conduttrice di uno show di due ore e mezza come Festa italiana, a Roma, mi sono ritrovata a Milano ad avere 25 minuti in uno programma con altre due persone Pomeriggio sul 2 con Milo Infante e Lorena Bianchetti, ndr). Poi due anni di stop. Il mio posto serviva a qualcun altro. Ero disperata».
La cazzata della vita?
«Non aver imparato l’inglese. E non essermi laureata. Quando mio padre me lo diceva pensavo fosse gelosia».
Lei è gelosa?
«Sì. Gelosa e pericolosa. E se serve, picchio. Legga il mio libro».
Ne ha scritto uno?
«Certo, ci ho messo otto anni. Gli uomini sono come lavatrici, storia di una ragazza che fa l’addetta stampa e vive in un sottoscala vicino alla Rai di Roma. Uscirà il 30 ottobre. Non dico altro».
Prima dei 40 anni quale sfizio vuole togliersi?
«Un viaggio di un mese con mio marito. Da soli. Non lo faremo mai».