La Lettura, 7 ottobre 2018
Lo scienziato Jack Horner alla ricerca del pollosauro
Ha 72 anni e raccoglie fossili di dinosauri da quando ne aveva otto. Jack Horner in Montana è venerato come un Indiana Jones della paleontologia. Ha riempito il museo di Bozeman di giganteschi T. Rex. La rivalutazione dei dinosauri come animali intelligenti e socievoli è in buona parte opera sua. A lui dobbiamo la scoperta che la maiasaura accudiva amorevolmente la sua nidiata. Riconosciuto come il maggior esperto del processo di sviluppo embrionale e postnatale dei dinosauri, tre specie porteranno per sempre il suo nome. Jurassic Park fu scritto con la sua consulenza. Il paleontologo esperto di velociraptor prima estasiato, poi perplesso e infine terrorizzato che visita l’isola dei dinosauri nel racconto di Michael Crichton e nel primo film di Steven Spielberg del 1993 (e che poi ripete insanamente l’esperienza nel sequel Jurassic Park III) è ispirato proprio a Jack Horner, ospite in questi giorni a BergamoScienza.
Qual era l’aspetto reale dei dinosauri al di là delle semplificazioni con cui li abbiamo rappresentati? E quali sono le più significative scoperte che avete fatto di recente su questi carismatici rettili?
«Negli ultimi 25 anni, da quando uscì il primo Jurassic Park, abbiamo accumulato molte scoperte che hanno cambiato il nostro modo di intendere l’aspetto e i comportamenti dei dinosauri. La novità più sorprendente è che i dinosauri erano molto più simili agli uccelli di quanto avessimo supposto. Non erano lucertoloni goffi. Erano vividamente colorati e i teropodi in particolare avevano le penne. Si mettevano in mostra e probabilmente danzavano come uccelli. Anche i loro canti forse erano paragonabili a quelli degli uccelli attuali».
Considerando i canti e le danze dei dinosauri piumati, possiamo dire che gli uccelli attuali sono dinosauri viventi a tutti gli effetti?
«Non c’è dubbio, gli uccelli sono dinosauri viventi! Centinaia di caratteristiche uniscono i due gruppi e in effetti, con la sola eccezione del volo e delle piccole dimensioni di alcuni uccelli, per il resto praticamente tutti i tratti che pensavamo si fossero evoluti negli uccelli erano in realtà già presenti nei dinosauri. Le ossa cave, le penne, la fusione delle clavicole in una forcula, le uova con il guscio duro, le camere pneumatiche nelle ossa, la piastra di crescita epifisaria, le cure parentali: tutto ciò si evolse nei dinosauri teropodi».
Noi sappiamo che l’impatto di un asteroide è connesso alla quasi completa estinzione dei dinosauri, 65,3 milioni di anni fa, ma fu l’unica causa secondo lei? O al tramonto della loro era successe qualcosa di più complesso?
«Non sono molto interessato a sapere che cosa uccise i dinosauri non aviani, visto che i dinosauri aviani sono ancora tra noi… Penso tuttavia che vi siano buone evidenze del fatto che in quel frangente accadde qualcosa di più complesso, perché il censimento complessivo delle specie di dinosauri mostra una riduzione del loro numero già prima dell’impatto».
La storia evolutiva non si fa con i se, ma facciamo un’eccezione. Come sarebbe il mondo oggi se quell’asteroide non fosse caduto sulla Terra?
«Semplice: niente mammiferi diurni e niente umani. I mammiferi come noi sarebbero rimasti di piccole dimensioni e con abitudini notturne».
Quindi dobbiamo ringraziare l’asteroide. Ora i giochi potrebbero riaprirsi. Il suo progetto di riportare in vita i dinosauri entro il 2024 ha suscitato qualche polemica. Ci state ancora pensando?
«Certo, io e la mia collega della Montana State University, Dana Rashid, stiamo lavorando al progetto di “resurrezione” di alcuni tratti da dinosauro attraverso la modificazione genetica dei polli. Lo abbiamo chiamato Dinochicken Project».
Le nuove tecniche di editing genetico stanno rivoluzionando le biotecnologie. Le state usando per far rinascere i dinosauri?
«Sì, è nostra intenzione applicare Crispr-Cas9 molto presto per arrivare al risultato. Intanto grazie a queste indagini genetiche stiamo imparando moltissimo su come gli uccelli si sono evoluti dai dinosauri non aviani. Stiamo anche ottenendo interessanti informazioni su alcune malattie genetiche».
Che c’entrano le malattie genetiche coi dinosauri?
«Dana Rashid, che segue giorno per giorno i progressi del Dinochicken Project, ritiene di aver trovato la causa di una malattia genetica spinale, fortemente debilitante, chiamata spondilite anchilosante. Dobbiamo fare altre ricerche per confermare l’ipotesi e per capire se c’è un modo per curare la malattia per via genetica».
Non mi è chiaro un punto. Noi non conosciamo il genoma dei dinosauri aviani, perché il Dna antico non si conserva così a lungo nelle ossa. Come è possibile allora modificare geneticamente un pollo per fargli esprimere caratteristiche da dinosauro, facendo tornare indietro l’orologio dell’evoluzione?
«All’inizio del Dinochicken Project tentammo per prima cosa di trovare i geni atavistici, cioè i geni ancestrali che erano stati spenti nel corso dell’evoluzione. Noi sappiamo che geni atavistici sono presenti in altri animali perché accidentalmente vengono talvolta riattivati, come succede nei serpenti che qualche volta nascono con le zampe, nelle balene che nascono con le pinne posteriori, o negli esseri umani che nascono con alcune vertebre caudali aggiuntive, a ricordarci di quando i nostri antenati avevano la coda. Iniziammo così a cercare i geni atavistici nei polli. Nel 2009 Matthew Harris all’Università del Wisconsin trovò un gene atavistico per i denti e produsse il primo uccello con abbozzi di denti. Un laboratorio in Cile riuscì a far risorgere l’osso del perone nella zampa di un pollo e un altro laboratorio, all’Università di Yale, alterò il cranio di un pollo al punto da farlo assomigliare di più al cranio di un dinosauro. Il nostro team in Montana sta lavorando sulla coda, ma abbiamo scoperto che il cambiamento genetico che avvenne quando si accorciò la coda nel passaggio dai dinosauri agli uccelli non fu di tipo atavistico. Quindi stiamo cercando altri metodi per far rispuntare la coda».
Ma che senso ha far risorgere le parvenze di un animale estintosi milioni di anni fa e poi gettarlo in un ambiente completamente cambiato?
«Non ho dubbi che un animale simile a un dinosauro sarà capace di adeguarsi molto rapidamente, proprio come hanno fatto gli altri nostri animali domestici».
Avete intenzione di addomesticarlo?
«Certo, il “pollosauro” alla fine non sarà altro che una varietà in più di animale domestico».
Mi par di capire, quindi, che lei sia d’accordo con i progetti di riportare in vita altre specie estinte più di recente come il mammut. La procedura con l’editing genetico però sarà diversa rispetto alla vostra.
«Sì, vedo con favore i tentativi di far rinascere specie estinte come i mammut, i tilacini australiani (marsupiali carnivori) e i piccioni migratori americani. Penso che dovremmo provare a far risorgere specie estinte tanto quanto creare nuove specie. Gli unici animali di cui abbiamo avuto veramente cura finora sono quelli che abbiamo modificato geneticamente attraverso la selezione artificiale da parte degli allevatori o le nuove tecniche di ingegneria genetica. Tutti i nostri animali addomesticati sono animali Ogm. Quindi ritengo che se riporteremo in vita specie estinte o creeremo nuovi animali, saremo più tolleranti verso di loro e ce ne occuperemo meglio di come abbiamo fatto fin qui con la fauna selvatica».
Mammut e dinosauri redivivi: ma lei allora crede veramente in «Jurassic Park».
«Certo, se dovessi però fare di nuovo la supervisione del film metterei in scena dinosauri tutti colorati e piumati, proprio come i loro discendenti uccelli».
Un’ultima cosa, per lei che li conosce così bene: perché i dinosauri fanno impazzire i bambini, che li distinguono per nome uno per uno?
«I dinosauri sono diversi da tutto ciò che vive oggi, molti erano giganteschi, e se ne sono andati. Ci sono tutte le ragioni perché diventino motori di immaginazione. I fatti relativi ai dinosauri sono le prime cose che i bimbi imparano e i genitori invece non conoscono».
E chissà come si divertiranno, i nostri ragazzi, quando i pollosauri scorrazzeranno in giardino. Sempre che non vada a finire come in Jurassic Park…