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 2018  ottobre 07 Domenica calendario

La versione di CR7 ai legali: «Diceva no, alla fine chiesi scusa»

Ora sappiamo cosa è successo, nella suite 57306 del Palms Place Hotel di Las Vegas, la notte del 13 giugno 2009. È la prima versione di Cristiano Ronaldo (in seguito verrà modificata: «Si è trattato di sesso consenziente»), svelata da Der Spiegel e raccontata dal giocatore all’epoca dei fatti alla sua squadra di avvocati: quello storico, il portoghese Carlos Osorio de Castro, più lo studio Schillings di Londra, specializzato in gestione delle crisi, la Lavely&Singer di Los Angeles (tra i clienti Cameron Diaz e Jennifer Aniston) e Richard Wright, avvocato di Las Vegas con parcella oraria di 475 dollari. Un rapporto sessuale con Kathryn Mayorga, non da film romantico («è stato brusco, frettoloso e sbrigativo»), che lascia la donna con qualche livido («Ripeteva: no, non farlo, io non sono come tutte le altre...») e scossa: «Alla fine mi sono scusato». 
La partita contro la hostess del night club Rain che accusa di stupro l’allora neo acquisto del Real Madrid, è appena cominciata. Lei ha alzato la voce, ha gridato o urlato? gli chiedono i legali: «Ha detto “no” e “basta” svariate volte». È questo il documento che avrebbe potuto giocare un ruolo chiave se Ronaldo e la Mayorga non avessero raggiunto un accordo extragiudiziale (375 mila dollari per il silenzio della donna) ma che potrebbe tornare ad essere centrale se mai il rigurgito di questa storiaccia, rimessa in circolo da Football Leaks e dalla denuncia civile della Mayorga, arrivasse in aula. Le prove materiali, nel frattempo, a sentire l’avvocato Leslie Mark Stovall che ha presentato una denuncia contro CR7 la settimana scorsa in Nevada, sono scomparse. 
Il verbale delle dichiarazioni rese nel 2009 alla polizia di Vegas, l’esito della visita medica (ferite che i legali del calciatore ipotizzarono «auto-inferte»), il vestito e la biancheria intima che la ragazza indossava al momento del presunto reato: tutto sparito. Contattata dallo Spiegel, la polizia di Las Vegas non commenta.
Se il team legale di Ronaldo conosceva ogni dettaglio della vita della Mayorga, ai tempi 25enne – fu fatta pedinare da un investigatore privato che registrò sul taccuino quanti bicchieri di vino beveva, il numero del certificato di matrimonio, le multe per divieto di sosta e il suo voto (per i democratici) —, del ragazzo portoghese destinato a diventare il calciatore più famoso e social del mondo Kathryn Mayorga ha seguito la carriera da spettatrice. I Palloni d’oro, le Champions, gli scudetti, l’Europeo 2016 con il Portogallo, il terzo posto nell’ultima classifica di Forbes degli sportivi più pagati (108 milioni di dollari a stagione, 322 milioni di follower su tre piattaforme), più i quattro figli da tre donne diverse e il clamoroso passaggio dal Real alla Juve per 100 milioni di euro (30 di stipendio all’anno) a luglio. Dopo il clamore mediatico e la difesa social («fake news» su Instagram, «stupro crimine abominevole che va contro tutto ciò che sono e in cui credo» su Twitter), ieri CR7 è tornato alla normalità segnando uno dei due gol con cui la Juventus ha battuto l’Udinese. Il viatico al bomber lo aveva offerto la madre Maria Dolores Alveiro, incoraggiandolo su Instagram («Buona fortuna figlio, anche alla tua squadra, perché insieme siamo più forti. Forza Juventus») con un post che ha raccolto centinaia di commenti. E in mattinata Ronaldo aveva incassato l’appoggio della Yamamay, sponsor che nei giorni dello scandalo non ha interrotto la campagna con il portoghese in mutande, confermando fiducia al giocatore, testimonial dell’azienda: «Una vicenda inverosimile».
Clima tutto diverso negli Stati Uniti, il Paese in cui la Mayorga chiede che Ronaldo sia processato per «coercizione, frode, abuso, diffamazione, violazione del contratto», il paradiso del basket, del baseball e del football (americano) dove gli idoli pagani dello sport sono altri. La potentissima Nike (contratto a vita con CR7) sta monitorando l’evolversi della situazione da vicino, evidentemente preoccupata per l’accusa di stupro al suo testimonial lifetime, e il popolarissimo periodico Sports Illustrated giudica «stonato» il sostegno della Fc Juventus al suo maggior investimento («Ronaldo ha dimostrato in questi mesi la sua professionalità e serietà»): è rilevante, in un’accusa di stupro, si chiede l’editorialista Avi Creditor, che CR7 sia un grande campione? La risposta è un «fragoroso no».