il Fatto Quotidiano, 7 ottobre 2018
Vitorio Feltri: «Lo dico, Mediaset fa schifo»
Mediaset fa schifo, punto. O fa schifo perché non accoglie Vittorio Feltri nel programma di Chiambretti?
“Mediaset fa schifo. Punto”.
Col passare degli anni intingi la penna nella vanga, come dicesti di un collega.
Mi auguro che anche tu possa invecchiare. La senilità toglie i freni inibitori. Dunque te ne infischi degli altri, anzi te ne fotti beatamente e i lettori apprezzano. Diciamoci la verità: i lettori preferiscono il turpiloquio alla ipocrisia.
Negri.
Mi accusano di non chiamarli neri. Ma sono negri, si chiamano così e io non ho voglia di lottare con il vocabolario.
Froci, ricchioni.
Anche qui non c’è alito di scherno, ma fedeltà alla radice lessicale, adesione al linguaggio della verità. Perché gli debbo storpiare il nome in gay io non capisco.
Ti piace fare la carogna.
Aspetta fammi finire e poi rispondo anche su questo.
Vuoi finire la riflessione sul mondo gay.
Il mio amico Paolo Isotta, grande e illuminato collega, alla domanda ‘lei è gay’, rispose: ‘Sono ricchione’.
Isotta è napoletano, è un terrone, vero?
Ma non ho nulla contro i terroni. Tu pure sei terrone. Se siete terroni che ci posso fare?. Non è un’ingiuria. Se ti senti in credito dammi del polentone e siamo pari e patta.
Torna il colera a Napoli, è l’ultimo supertitolo di Libero, il tuo giornale.
I miei più cari amici sono napoletani. Premesso ciò, aggiungo: due tizi, immigrati, sono stati ricoverati per colera. La notizia ci sta tutta.
Razzismo alla radice quadrata. A Brescia due morti per legionella e duecento tra ammalati e ricoverati, e tu dormivi.
Ma scherzi? Abbiamo dato e ridato la notizia, eccome.
Eccome.
Però ci sta che Napoli faccia più clamore di Brescia. È la regola del giornalismo, non invento niente.
A Feltri piace tantissimo fare la carogna.
Mi si appiccica questa etichetta ma non so bene la ragione. Forse perché il mio linguaggio si è fatto più libertino o forse perché esiste il tempo del sentimento e quello del risentimento.
C’è sentimento nel tuo ultimo libro, Il Borghese. La scrittura si è come ricomposta, ha indossato la cravatta e quegli abiti da lord inglese che piacciono tanto a te.
Lì racconto, ricordo. Quando scavi nella memoria hai bisogno di segnare il passo in modo diverso. È tutta un’altra roba dalla cronaca, dai fatti che accadono, contro i quali inciampi ogni santo giorno che devi fare il giornale.
Vuoi bene al gatto, Ciccio Grigiotto, poi ai cavalli.
Anche ai cani.
Ai soldi.
I soldi servono perché tolgono tante rotture di coglioni.
Per esempio?
Ti ammali? Vai dal medico che preferisci, scegli la stanza d’ospedale, ti fai curare come dici tu da chi vuoi tu quando vuoi tu. Per dire.
Chissà quanti soldi hai in banca e non riesci a spendere perché te ne manca il tempo.
La cosa scocciante per me è avere l’obbligo di lasciarli ai miei figli. Mi rompe un po’ i coglioni questa idea.
Aznavour diceva: non voglio essere il più ricco del cimitero. Tu sì?
Ma nemmeno mi frega nulla dei soldi, ma figurarsi! Solo che mia madre in dote mi ha lasciato la gotta e nient’altro. Vorrei che fosse così per tutti.
Adesso ti lagni che non vai in tv, che Mediaset ti boicotta.
No, mi offende: mi danno dell’ubriacone. Dove mi hanno visto ubriaco? Quando è successo? Bevo un wisketto a sera, a casa. Come tanti.
Forse le tue parole libertine autorizzano coloro ai quali stai antipatico di immaginare la deriva.
Ho spiegato a sufficienza. Lunedì sarò a Striscia la notizia e dirò la mia.
Ti piace così tanto la tv?
Mi rompe i coglioni. Però voglio convincermi che con la mia presenza do una mano al mio giornale. E così vado.
Sei diventato un ultrà di Matteo Salvini.
Sono salviniano da sempre. Scrissi, e ho avuto ragione, che l’unico in grado di risollevare il baraccone leghista sarebbe stato lui. Ecco i fatti.
Belpietro con la sua Veritàsta dandoti filo da torcere. Difende a tutto tondo il governo gialloverde e pare anche più galvanizzato di te.
Ma lui raccoglie tutta quell’area ipercattolica, e comunque non ho invidie di sorta.
E poi, sai che ti dico?
Sai che ti dico: me ne fotto.