la Repubblica, 7 ottobre 2018
Stornelli monzesi
Riceviamo e pubblichiamo “Stornelli monzesi”, di Anonimo Lombardo: “Fiore di giglio/in ogni calciatore vedo un figlio/ e spero si comporti sempre meglio./Per questo ho scritto chiaro, sopra a un foglio,/ quello che chiedo a lui, quello che voglio./Fiore di croco/il calcio non è più soltanto un giuoco:/qualcosa dentro al look vedo di bieco,/lo vedo bene, non son mica cieco,/e quello che non va ora vi dico./Fiore di menta/ il look dei calciatori, mi consenta/è qualcosa che va oltre la grinta,/ è esibizionismo, è rumenta (spazzatura: ndr)/ è una schifezza, è fuffa, non m’incanta/. Fiore dei prati/son calciatori e sembrano pirati/ ergastolani, malintenzionati,/ sembrano buttafuori malpagati,/avanzi di galera, depravati./ Fior d’albicocco/ in questi casi serve un taglio secco:/non può cambiare tutto un lieve tocco /ma io dal portiere al centrattacco/ voglio cambiare tutto. Son bislacco?/ Fiore di fosso/non son bislacco però vedo rosso, più non sopporto i peli in eccesso/e poi dagli orecchini sono scosso,/ e allora li combatto come posso./Fiore di Ponza/chi ha la barba non gioca nel mio Monza./È una certezza, non una speranza./Voglio solo italiani. A distanza/ stian gli stranieri, si può fare senza./Fiore di maggio/barbe e capelli lunghi da selvaggio/ barbaro e comunista (cos’è peggio?)/ è tutto messo al bando. Nel conteggio/ va incluso un fermo stop al tatuaggio./Fiore di cardo/avanti su ’sta strada. Son testardo/ e caccio pure il grano, vi ricordo. Alle vostre obiezioni sarò sordo/. Ps: Adriano è d’accordo”. Pare che a Silvio Berlusconi piacesse lo slogan,"buono, giusto e pulito” che però già appartiene a Slow Food. Così il suo nuovo progetto, che nemmeno lui ha avuto il coraggio di definire filosofia, prevede per il Monza che verrà una serie di divieti (barbe, capelli lunghi, orecchini e monili assortiti, tatuaggi) che, uniti alla scelta di fondo (solo italiani), fa discutere. Avendo per modello i calciatori di serie A (non solo italiana, per la verità) anche i giocatori di serie D sono stratatuati e con barbe lunghette. Non come Moscardelli, il capostipite. Più corte, anche di pochi giorni, quell’ispido che fa tanto macho. Dalla Gazza, dichiarazione di Berlusconi: «Li voglio giovani, con i capelli in ordine, e c’è già il primo parrucchiere di Monza pronto a tagliarli gratis». E perché gratis? Fino a queste spesucce interviene la società? Ma è diseducativo (5): se lo paghino loro, l’hair stylist. In generale, Berlusconi sembra aver perso la lozione (oops: la nozione) del tempo. Non si possono raddrizzare le gambe ai cani, così va la moda. Fino a pochi anni fa la tendenza era di raparsi a zero, sembrava una riunione di neonazisti. Adesso impazzano i barbudos, ma non c’è stata nessuna rivoluzione. È parsa una forzatura, o una bufala, l’idea di ingaggiare Kakà (36 anni). È vero che ha anche un passaporto italiano, ma sta bene in Brasile e non lo attira l’idea di prendere calci sui campi di C, dove l’agonismo conta molto più della tecnica. C’è qualcosa di interessante e di buono (se funziona)in quel che Berlusconi chiede ai suoi giocatori: «Devono essere esempi di correttezza, che si rivolgano all’arbitro chiamandolo signore e si scusino con l’avversario se hanno commesso un fallo duro. E se gli chiedono un autografo che lo scrivano bene, con firma leggibile». Non male questo richiamo ai doveri minimi. 7 a Berlusconi.