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 2018  ottobre 07 Domenica calendario

A che punto è la pace fiscale

Ancora nessuna traccia del pagamento a «saldo e stralcio», e soprattutto a sconto, dei debiti tributari. Le bozze del decreto fiscale che sarà legato alla manovra di bilancio, per ora non fanno cenno alla pace fiscale annunciata da Lega e M5S in campagna elettorale. Né alla nuova versione del concordato con adesione, che dovrebbe consentire la chiusura agevolata delle liti fiscali in via ordinaria.
In compenso dai testi in circolazione emergono nuovi dettagli sulle norme ipotizzate dal governo per chiudere il vecchio contenzioso.
I contribuenti avrebbero la possibilità di chiudere definitivamente i processi tributari che li vedono in causa con l’amministrazione fiscale pagando tutti gli importi contestati, anche in questo caso senza sanzioni e interessi. Godrebbero di uno sconto, anche importante, solo nel caso avessero già avuto ragione dai giudici nel primo o secondo grado del processo tributario. La vittoria in prima istanza consentirebbe di chiudere la partita con il fisco pagando il 50% delle somme pretese. In caso di sentenza positiva anche nella Commissione Tributaria di secondo grado, l’importo da pagare per definire la causa scenderebbe ad un terzo dell’importo oggetto della controversia.
Anche per la chiusura delle liti pendenti ci sarà la possibilità di rateizzare le somme dovute: il decreto prevede il pagamento in cinque rate, tre nel corso del 2019 e le ultime due nel 2020.
Nonostante la dimensione del contenzioso tributario, il governo non prevede di incassare moltissimo da questa misura, 300 milioni nel 2019 e 200 nel 2020. Le Commissioni tributarie provinciali e regionali hanno accelerato i tempi di discussione delle cause, ma a fine marzo 2018 le cause pendenti, benché in calo dell’8,5% sull’anno prima, erano ancora 409 mila. Nel primo trimestre di quest’anno, su 66 mila giudizi definiti, nel 46% dei casi l’amministrazione fiscale ha avuto ragione, mentre i contribuenti la spuntano nel 31% dei casi. Anche se il fisco vince le cause più importanti (3,6 miliardi nel trimestre) e i cittadini quelle più piccole (1,7 miliardi di valore).