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 2018  ottobre 06 Sabato calendario

È scomparso in Cina il presidente dell’Interpol

Essere il presidente dell’Interpol non è servito da lasciapassare: Meng Hongwei si è volatilizzato dal 29 settembre, da quando è atterrato in Cina, proveniente da Lione, dove lavora (è a Lione la sede dell’Interpol) e dove abita con la famiglia. È stata proprio la moglie a denunciare la sua scomparsa alle autorità francesi, che hanno aperto un’inchiesta. Se di Meng non si hanno più notizie da una settimana notizie, alcune cose sembrano certe: «non è scomparso in Francia» come ha fatto sapere una fonte della polizia, ed è attualmente «sotto inchiesta in Cina» come ha scritto il quotidiano inglese di Hong Kong South China Post. 
«SCOMPARSA INQUIETANTE»
Ieri nel tardo pomeriggio il ministero dell’Interno francese ha confermato che la scomparsa «inquietante» del presidente di Interpol suscita molti «interrogativi» e ha inoltre parlato di «minacce» contro sua moglie, la cui sicurezza è ora assicurata «da un dispositivo di polizia». Interpol si è limitata a diffondere un comunicato in cui si dice al corrente delle notizie della presunta scomparsa del suo presidente. «È un affare si legge – che riguarda le autorità competenti, in Francia e in Cina». Membro importante del partito comunista cinese, Meng è stato eletto presidente di Interpol nel 2016 per quattro anni, dopo aver svolto in Cina una lunga e ricca carriera nell’ambito della sicurezza: capo dell’antiterrorismo, capo dell’ufficio Antidroga, coordinatore della Guardia costiera fino a diventare vice ministro della Pubblica Sicurezza. Un’ascensione all’ombra dell’ex signore della polizia cinese Zhou Yongkang, caduto in disgrazia con l’arrivo alla presidenza di Xi Jinping. Accusato di corruzione, come gran parte dell’antica gerarchia, Zhou è stato condannato all’ergastolo. Nel novembre 2017 un fedelissimo del presidente Xi, Zhao Kezhi, è stato nominato ministro di pubblica sicurezza e ad aprile Meng è stato licenziato dal Comitato del Partito incaricato di sorvegliare il ministero, di cui era rimasto membro. 

L’INTERROGATORIO
Nonostante la sua nomina alla guida dell’Interpol, Meng potrebbe essere finito nella lista nera dei nuovi dirigenti cinesi. Secondo il South China Morning Post sarebbe stato condotto in un luogo non precisato subito dopo il suo arrivo in Cina per essere sottoposto a interrogatorio. L’arrivo di Meng a Lione, primo cinese ad occupare la carica di presidente di Interpol, era stato criticato dalle organizzazioni per la difesa dei diritti umani, che accusano la Cina di avere a lungo usato l’organizzazione per «far arrestare i dissidenti rifugiati all’estero». Interpol che coordina le polizie di 192 paesi – aveva allora ricordato che il presidente non svolge funzioni operative e che lo statuto vieta qualsiasi ingerenza in materia politica.