Corriere della Sera, 5 ottobre 2018
Shopping sospetto da milioni di sterline, Londra sequestra i beni alla moglie del banchiere
«Caro, esco a fare un po’ di shopping»: chissà cosa passava per la mente del Signor A, quando la Signora A faceva quell’annuncio. Perché la moglie del banchiere in questione, in dieci anni di «spesucce», è riuscita a scialacquare solo da Harrods, i grandi magazzini di lusso londinesi, l’equivalente di quasi venti milioni di euro.
Una cifra astronomica che ha attirato l’attenzione degli investigatori britannici, i quali hanno per la prima volta applicato la «McMafia law», una nuova legislazione entrata in vigore quest’anno che impone di rivelare la fonte di ricchezze sospette, pena il sequestro dei beni: una legge che prende nome dal libro (e dal serial tv) che ha svelato la presa del nuovo crimine organizzato, i cui proventi penetrano ormai nei gangli dell’economia legale.
La Signora A (che non può ancora essere identificata) aveva 35 carte di credito e si spostava su un jet privato: suo marito è il capo di una banca statale di una nazione extra-europea (probabilmente ex sovietica) che attualmente si trova in carcere nel suo Paese, dove deve scontare una condanna a 15 anni per frode e appropriazione indebita. Il Signor A aveva uno stipendio ufficiale fra i 25 mila e i 60 mila euro ma le sue ricchezze sono state stimate a oltre 60 milioni.
La Signora A vive in Gran Bretagna grazie a un visto per investitori, che viene concesso ai super-ricchi che portano i capitali nel Regno Unito. Lei ha acquistato una casa nel centro di Londra, attraverso una società registrata nelle Isole Vergini britanniche, pagando un deposito in contanti di 4 milioni di sterline e ha poi estinto in cinque anni un mutuo da 7 milioni e mezzo di sterline. Assieme a un’altra casa nel sudest dell’Inghilterra, le sue proprietà valgono 22 milioni di sterline, circa 25 milioni di euro.
Adesso entrambe le sue magioni sono state sequestrate sulla base dell’Unexplained Wealth Order, l’Ordinanza sulla ricchezza inspiegata, che colpisce i patrimoni sospetti: la Signora A dovrà chiarire da dove vengono tutti quei soldi. E siamo soltanto agli inizi: perché l’Agenzia nazionale anticrimine britannica sta indagando su almeno altri nove casi.
È un giro di vite che era atteso da molto tempo. Londra è diventata il paradiso del denaro sporco, che irrora l’economia della City prendendo strade insospettabili: banchieri, avvocati, contabili, agenti immobiliari, mercanti d‘arte, si sono messi al servizio di magnati dal passato oscuro, provenienti di solito dalla Russia e dintorni. Tutti attirati sul Tamigi da una legislazione favorevole e dalla tradizionale discrezione britannica.
Ma adesso la musica sta cambiando, complici anche le tensioni geopolitiche fra Londra e il Cremlino. «Speriamo che le autorità facciano ampio uso dei loro nuovi poteri – ha commentato Duncan Hames di Trasparency International, il gruppo di pressione anti-corruzione -. Abbiamo identificato proprietà per cinque miliardi che consideriamo essere state acquisite tramite ricchezze sospette». I fasti di Mc Mafia potrebbero essere al termine. O sul punto di trovare altre strade.