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 2018  ottobre 04 Giovedì calendario

Sarà possibile trapiantare anche i ricordi

Per la prima volta, anche l’incorporea sostanza di un ricordo può essere prelevata e impiantata. Pioniere dell’impresa è il Dott. David Glanzman, neurobiologo dell’Università della California di Los Angeles, il quale ha testato i risultati dei suoi studi su un mollusco, l’Aplysia californica, noto anche come lumaca di mare. Glanzman, sollecitando con delle lievi scosse elettriche la coda di alcuni esemplari, ha notato che gli stimoli provocavano in essi un istinto che ne induceva la contrazione per qualche decina di secondi. Quando le lumache sono poi state sfiorate con le sole dita a seguito dell’esperimento, hanno reagito col medesimo spasmo del corpo generato dalla scossa, come per difendersi da ulteriori scariche. Il neurobiologo ha allora estratto dei campioni di Rna (acido ribonucleico) dai quei molluschi, iniettandoli in altri esemplari della stessa specie che non erano stati oggetto di stimolazioni elettriche. Come sorprendente risultato dell’operazione, essi, se toccati, rispondevano con la contrazione cautelativa delle lumache donatrici. Nei campioni di Rna iniettati, pertanto, vi sarebbe stata la memoria di una sollecitazione ricevuta dal solo donatore. L’intraprendente neurobiologo ne è convinto: il suo esperimento comproverebbe che l’Rna è depositario di una memoria atavica che può essere trasferita di soggetto in soggetto e, una volta trapiantato, assolverebbe alle sue funzioni esattamente come un fegato dal donatore al ricevente.

GLI SCETTICI
Ma non mancano gli scettici, i quali sostengono che simili traguardi sull’uomo siano, se non fantascientifici, perlomeno remoti; non a caso sono state utilizzate delle lumache quale oggetto di studio: il loro sistema nervoso è molto semplice, a differenza di quello umano e di tutti i mammiferi come lui. Esperimenti del genere erano stati infatti testati anche sui topi, ma con risultati ben più discutibili. Ma in che modo, il trapianto di ricordi, potrebbe rendersi funzionale all’uomo’ Semplice: esso sarebbe risolutivo nel trattamento del morbo di Alzheimer (la temuta demenza degenerativa che porta all’inesorabile cancellazione del proprio vissuto). Ad ogni modo è preferibile limitare i viaggi di fantasia, tutto questo non è ancora alla nostra portata, quindi ci resta solo da allenare la memoria con i metodi più tradizionali: una sana alimentazione a scarso contenuto di zuccheri e grassi, tanti cruciverba e una frequente attività di lettura, come suggeriscono i medici.

L’UOMO SOGNATORE
Ma si sa che l’uomo, suo malgrado, è un sognatore incallito, pertanto lasciamo aperto uno spiraglio all’ambizione: lo scopo del trapianto, tra gli altri, è quello di permettere al ricevente di ricordare esperienze che non ha mai vissuto, e chissà che esso, in un futuro lontano, oltre a rivelarsi utile in campo sanitario per la cura delle più paventate patologie, non sia d’aiuto anche a quegli sfortunati individui dal passato traumatico, che di quest’ultimo si portano dietro i devastanti retaggi come fossero zavorre di dolore che gli impediscono di librarsi in volo, precludendogli la possibilità di essere delle persone risolte. Del resto si sa: l’infanzia è il focolaio della nostra condotta di uomini, e non sarebbe male l’idea di riscriverla attraverso le memorie di chi ne ha avuta una serena, così da acquisire il ricordo postumo di una premurosa mamma che ti rimbocca le coperte, di un papà affettuoso che ti tiene stretto tra le sue forti braccia o di una nonnina che ti sorride con dolcezza mentre addobba l’albero di Natale, al tepore di un camino acceso. Da oggi, comunque vadano le cose, faremmo meglio a tenere a mente che vivere da persone felici non è più un dovere solo verso noi stessi, bensì anche verso coloro che, della nostra gioia, potrebbero rendersi riceventi.