La Stampa, 4 ottobre 2018
Com’è precaria la vita da zombie
Tempo di Halloween, tempo di mostri. In carne e ossa ma sanguinolenti, come l’esercito di 400 fra zombie e vampiri che da sabato cominceranno a invadere Mirabilandia, decisi a spaventare clienti che non vedono l’ora di farsi terrorizzare. Sì, perché la richiesta di emozioni forti sale di anno in anno, al punto che il parco divertimenti stavolta si è inventato uno spazio «de paura» in più oltre agli altri tre (Fiabe malvage, Zombieville e Steampunk), l’Extreme Horror Experience dal 27 ottobre al 3 novembre, dove saranno ammessi gli over 16 e dove solo i maggiorenni potranno gustarsi esperienze da infarto grazie al maquillage delle comparse e alle trovate scenografiche per adulti.
Così si capisce il motivo per cui, rispetto ai 200 morti viventi dell’anno scorso, per Halloween 2018 alla fine ne siano stati selezionati il doppio attraverso un casting che ha valutato travestimenti, trucchi e attitudine all’orrore di circa 700 candidati.
Gli aspiranti
Sono studenti che vogliono arrotondare, disoccupati o persone con lavori occasionali, perlopiù sotto i trent’anni, anche se non mancano 40enni e persino qualche 50enne, per il 60 per cento maschi, in uno spaccato efficace di questa Italia di fine Anni Dieci sospesa fra impieghi precari, disoccupazione e voglia comunque di divertirsi facendo un po’ di soldi nei fine settimana dal 6 ottobre al weekend-clou di Halloween.
La direzione li ha convocati a Mirabilandia dopo aver raccolto le adesioni online e suggerito di presentarsi già truccati, per risparmiare tempo una volta che, assunti nelle horror-zone, si sottoporranno al maquillage dei truccatori professionali del parco divertimenti: per ogni figurante serve mezz’ora, immaginate cosa significhi travestire da zombie, vampiro o altri personaggi da incubo 400 persone… Prima sono stati visti uno a uno e poi, a gruppi di una quindicina, sono saliti sul palco a mimare inseguimenti, movenze e cadute fra grugniti e versacci.
Andrea Capobianco, 26 anni, di Ravenna, laureato in economia aziendale, attualmente disoccupato, è uno di loro: «Qualunque annuncio di lavoro che c’è, ci provo. Sono appassionato della serie The Walking Dead e di qualunque cosa legata all’horror, ho visto l’annuncio di Mirabilandia e mi sono detto: perché no? Mi diverto, posso spaventare qualcuno e faccio due soldi in più, allora ho unito la passione con la ricerca costante del lavoro e mi sono presentato al casting travestito da zombie. Mi sono truccato dopo aver visto un tutorial su Internet. Ai miei genitori non l’ho ancora detto, ma loro non hanno idea che come lavoro si possa far paura alla gente…».
Per Giorgia D’Ettore, anche lei ravennate, 35 anni, sposata, un figlio di 4 anni, il discorso è un po’ diverso: «In passato ho già lavorato a Mirabilandia, nei bar o da McDonald’s, ma quando ho visto questa possibilità mi sono inserita nel casting perché sono appassionatissima di trucco. E’ una cosa che mi diverte, mi piace molto travestirmi e poter essere qualcun altro, anche a Carnevale. Prima di venire al casting ho seguito anch’io un tutorial online e poi sono salita sul palco vestita come una zombie western, in linea con una delle aree tematiche». Contrariamente a molti candidati, il genere horror le interessa fino a un certo punto: «Seguo serie come Game of Thrones e Viking, mi piacciono il fantasy e la storia».
La giuria
Per impressionare meglio la giuria che ha valutato gli aspiranti zombie, Fabio Fabbri, 30 anni, da Cotignola, di mestiere pizzaiolo, è venuto a Mirabilandia sotto le mentite spoglie «dell’appestato» allo scopo di «arrotondare un po’» lo stipendio: «Mi piacciono i film horror da quando ho visto “L’alba dei morti viventi, in particolare amo le storie in cui c’è chi contagia gli altri dopo aver contratto un virus che l’ha trasformato in un mostro. E’ questo il mio personaggio, ma al casting ero abbastanza preoccupato perché il mio trucco non era accuratissimo: fortunatamente sono stati attenti anche alla presenza scenica, saper grugnire, saper usare la voce, sapersi muovere sul palco».
Essere in grado di improvvisare può essere determinante, e così Andrea Quarti, 22enne di Comacchio, studente di Ingegneria, appena salito sul palco si è rovesciato addosso una tanica di sangue finto trovata nei paraggi: «Come trucco facevo un po’ schifo e avevo solo una camicia imbrattata alla meglio, ma il liquido che mi colava dalla faccia su tutto il corpo ha fatto effetto. Non amo l’horror, mi piacciono le scene forti alla Tarantino, come Kurt Russell che vomita sangue in The Hateful Eight. Ho sempre fatto lavori stagionali, soprattutto il bagnino d’estate, per non pesare sui miei genitori. In questo caso unisco il lavoro alla curiosità».