la Repubblica, 4 ottobre 2018
Il raddoppio dei baby vegani
Dicono no alla carne e al pesce già dall’asilo. Niente petto di pollo o maccheroni al ragù, nei loro piatti non c’è l’ombra del prosciutto o del merluzzo impanato servito sui vassoi dei compagni. Ma la scelta fatta da centinaia di genitori prevede regole ancora più ferree: a tre o quattro anni non toccano la frittata come la crescenza, la pizza margherita come i biscotti al miele. Sono i baby vegani, bambini che già dai primi anni di scuola, se non dalla nascita, non mangiano nulla che abbia origine animale. Nelle mense scolastiche milanesi in cinque anni sono raddoppiati. A dirlo sono i dati sulle “diete speciali etico religiose” che arrivano da Milano ristorazione, l’azienda che serve i pasti agli alunni del capoluogo lombardo dai nidi fino alle medie. Numeri che mostrano una tendenza in crescita non solo di diete vegane e vegetariane fra i piccolissimi. Ma anche di mamme e papà che più semplicemente hanno deciso di bandire del tutto la carne nell’alimentazione dei loro figli.
Sono 8.500 i bambini milanesi che nell’ultimo anno di scuola hanno seguito una dieta speciale per scelta delle famiglie. Ma se i bambini che non mangiano solo la carne di maiale, come i musulmani, sono cresciuti del 21 per cento dal 2013 al 2017, quelli che la carne non la mangiano del tutto sono lievitati del 60 per cento, passando da 2.870 a 4.577. I bimbi vegetariani nelle refezioni milanesi sono 361, niente carne o pesce per loro. E 222 sono baby vegani in tutto e per tutto. Con i loro pranzi a scuola a base di ceci, piselli e lenticchie, paste bio e risotti alle verdure.
Secondo l’ultimo rapporto Eurispes negli ultimi cinque anni i “veg” in Italia rappresentano fra il 7 e l’8 per cento della popolazione. Per capire come a Milano scelte di questo tipo siano sempre più frequenti basta pensare che all’ospedale Humanitas San Pio X due anni fa è nato il primo ambulatorio per dare un supporto alle mamme vegane e vegetariane in gravidanza. E aiutare le famiglie che seguono diete speciali a garantire un’alimentazione equilibrata ai figli. «Purtroppo conosciamo i disastri che può comportare un’alimentazione non corretta nei primi anni di vita di un bambino. Educare a questo è compito di un pediatra». A parlare è Paola Marangione, primario della neonatologia alla San Pio X. C’è lei dietro alla nascita dell’ambulatorio Babygreen, «dove mamme e papà non devono temere che sulla loro decisione venga espresso un giudizio». Ma è possibile garantire una dieta equilibrata a un bambino molto piccolo tagliando fuori carne, latte, formaggi, uova e pesce? Silvia Goggi, specialista in scienze dell’alimentazione dell’ambulatorio che ha collaborato alla stesura delle linee guida per l’alimentazione a base vegetale(pubblicate sul Journal academy of nutrition and dietetics) è convinta di sì. «Queste diete sono adatte anche all’infanzia e all’adolescenza, purché siano bilanciate e opportunamente integrate».
Bisogna per esempio fare i conti con gli Omega3 del pesce «da sostituire con quelli vegetali». E poi la con vitamina B12. «Si trova nella carne, nei latticini e nelle uova. Alle mamme consigliamo come integrarla con l’olio di semi di lino per esempio». Silvia Scaglioni, pediatra della Fondazione De Marchi ed esperta di nutrizione, ci va più cauta. E avverte: «I bambini che a scuola seguono questi menù andrebbero monitorati a uno a uno».Il lavoro di integrazione che va fatto a casa è grande, «e il rischio di carenze è alto se non vengono seguiti». Nessun tabù. «Ma non concederei una dieta vegana senza monitorare la crescita dei piccoli».