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 2018  ottobre 03 Mercoledì calendario

Alitalia teme di restare senza soldi già a gennaio

ROMA Cresce la preoccupazione tra i dipendenti Alitalia. Il 31 ottobre scadono cassa integrazione, contratto di lavoro e procedura di vendita e i sindacati chiedono una decisione rapida da parte del governo su quale soluzione adottare per la ex compagnia di bandiera. Alitalia è in una situazione «pericolosissima», dicono i rappresentanti di piloti e assistenti di volo che hanno riunito le sigle di Anpac, Anpav e Anp (3200 iscritti complessivamente, di cui mille dipendenti di Alitalia) nella neonata Federazione Nazionale del trasporto aereo (Fnta). 
Il timore è che la compagnia non «sopravviva un altro inverno». Per cui – annuncia Stefano De Carlo, coordinatore della nuova Federazione – «se non ci sarà una risposta tranquillizzante entro il 31 ottobre, andremo ad una fase di mobilitazione del personale». Un autunno caldo, quindi, con probabili scioperi. I sindacati riconoscono lo sforzo dei commissari straordinari che gestiscono la compagnia da circa un anno e mezzo e che – come illustrato in audizione in Parlamento la settimana scorsa – per la prima volta dopo tanto tempo hanno riportato Alitalia in utile. Il trimestre luglio-settembre chiuderà con un risultato netto positivo per circa 2 milioni. Dal punto di vista quantitativo stiamo parlando di una piccola cifra, certo. Ma dal punto di vista qualitativo è un’interessante inversione di tendenza. Attualmente in cassa ci sono 770 milioni di euro. I sindacati danno quindi atto ai commissari di aver fatto un buon lavoro e di aver gestito la compagnia «con buon senso, mantenendo un clima cordiale», ma – sottolineano – purtroppo «questo non basta. Per quanto i risultati estivi siano positivi, comunque si chiuderà l’anno con perdite intorno ai 500 milioni», ha detto De Carlo, spiegando che le perdite consolidate sono ora 300 milioni: «A gennaio è tutto finito, non ci sono più soldi». 
IL PASSAGGIO
Di qui l’invito al governo a darsi una mossa. Non basta l’annuncio dell’apertura di un tavolo tecnico al Mise sul trasporto aereo, per il quale tra l’altro non c’è ancora una data di convocazione. «Ci sono in ballo 12 mila persone», ha avvertito Marco Veneziani, presidente dell’Associazione nazionale piloti. Tra l’altro – come ha ricordato Massimo Muccioli, presidente Anpav – «il 31 dicembre finisce il contributo al Fondo del trasporto aereo e entro il 15 dicembre va anche restituito il prestito di 900 milioni con interessi». 
L’altro ieri il vicepremier Di Maio, a margine dell’assemblea Uilm, ha ribadito che il ritorno di Alitalia sotto l’ombrello statale «non è un tabù». Meglio questo «che svenderla e fare macelleria sociale. Ovviamente dobbiamo trovare partner privati» ha poi aggiunto. Un’ipotesi, quella della nazionalizzazione, che non dispiace ai sindacati, che però si chiedono «come e con quali risorse». In quanto al partner per ora sul tavolo c’è solo la disponibilità delle Fs. «Credo ci possano essere molte sinergie» ha detto recentemente in commissione Trasporti alla Camera, l’ad di Ferrovie dello Stato, Gianfranco Battisti, per niente spaventato dalla scadenza del 31 ottobre per elaborare una proposta vera e propria. 
Giusy Franzese