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 2018  ottobre 03 Mercoledì calendario

Il business del riciclo

Il riciclo della plastica, 20 anni dopo. In Italia l’industria del riciclo della plastica continua a crescere e nel 2017 ha ricuperato e rigenerato il 43,4% degli imballaggi raccolti, tra i primi Paesi in Europa e nel mondo per tasso di riciclo, dopo Germania e Spagna. È un primato e un successo internazionale conquistato in vent’anni di impegno mentre nel frattempo il mondo soffre per quei Paesi di nuova industrializzazione che non hanno ancora un servizio di raccolta e che rovesciano in mare tonnellate di immondizia ogni giorno. 
Tra il 2005 e il 2017 gli imballaggi avviati al recupero, sono cresciuti del +64%, e ciò ha dato all’Italia un beneficio economico di oltre 2 miliardi di euro per la materia prima non consumata, per la produzione di energia e per il risparmio di emissioni di CO2. 
Sono questi alcuni dei numeri contenuti nel Green Economy Report, uno studio realizzato in collaborazione con la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile per esaminare un bilancio dopo vent’anni dall’istituzione del Corepla, il consorzio per la raccolta, il riciclo e il ricupero degli imballaggi di plastica. Lo studio è stato presentato la settimana scorsa a Roma con un convegno.
Al consorzio, che fa parte del sistema Conai sul ricupero degli imballaggi, aderiscono oltre 2.600 aziende tra produttori di materie plastiche, produttori di imballaggi, importatori e riciclatori.
Decenni di esperienza 
L’Europa è il secondo produttore al mondo di materie plastiche dopo la Cina; l’Italia è il secondo produttore europeo dopo la Germania. 
Povera di materie prime, l’Italia ha inventato il riciclo fin dall’antichità: il ferro è riutilizzato dall’inizio dell’età del ferro, il vetro è rigenerato fin da quando i fenici l’hanno portato nella Penisola, la carta viene riciclata da mezzo millennio. E quando nel Novecento le plastiche e il boom economico del dopoguerra hanno cambiato lo scenario, l’Italia si è inventata anche il riciclo delle plastiche. Ma il decollo del settore della rigenerazione delle materie plastiche è avvenuto due decenni fa quando, con la nascita del Conai (Consorzio nazionale imballaggi) e del consorzio di filiera Corepla per le plastiche, il flusso di raccolta è diventato costante, organizzato, efficiente.
I numeri in Europa 
Nell’ultimo decennio i rifiuti di plastica avviati in discarica sono diminuiti del 43%, mentre quelli avviati al riciclo sono aumentati dell’ 80%.
In Europa i soli imballaggi di plastica raccolti nel 2016 sono stati 16,7 milioni di tonnellate, più del 60% di tutta la plastica raccolta in Europa. Il riciclo, con il 41%, è la prima destinazione degli imballaggi raccolti, seguita dal recupero energetico (circa il 39%). Questi numeri cresceranno con i nuovi obiettivi del pacchetto europeo sull’economia circolare, il 50% nel 2025 e il 55% al 2030. 
Italia a confronto 
In Italia la plastica non è raccolta solamente del consorzio nazionale Corepla: operano infatti anche altri raggruppamenti consortili e sono attivi anche sistemi privati di raccolta e riciclo delle materie plastiche. Il consorzio Corepla è il più rappresentativo e la sua raccolta ha superato nel 2017 il milione di tonnellate di imballaggi in plastica. Tra il 2005 e il 2017 gli imballaggi raccolti sono cresciuti del 64%, di cui l’82% è merito dell’attività del consorzio.
Secondo il rapporto della Fondazione Sviluppo Sostenibile e del consorzio Corepla, un’eccellenza tutta italiana è rappresentata anche dai 15 flussi di materiali selezionati: tra il 2005 e il 2017 si è evitato l’utilizzo di oltre 3 milioni di tonnellate di materia prima, sono stati risparmiati 71 miliardi di chilowattora di energia e l’emissione in atmosfera di 6 milioni di tonnellate di CO2.
Inoltre si sono ottenuti oltre 2 miliardi di euro di vantaggi economici così suddivisi: 1,5 miliardi come valore della materia prima non consumata, a cui si aggiungono 450 milioni derivanti dall’energia prodotta grazie al recupero dei rifiuti di imballaggio in plastica e 93 milioni stimati per le emissioni evitate di CO2.
I problemi da risolvere 
Il rapporto sottolinea anche alcuni elementi di attenzione. Nel corso degli ultimi anni, nonostante che crescano le quantità raccolte e rigenerate, in termini relativi la percentuale di riciclo è leggermente diminuita.
Da che cosa dipende? Non tutti gli imballaggi sono riciclabili.
Inoltre il diffondersi della raccolta differenziata anche in zone dove il servizio è meno conosciuto fa crescere nei bidoni di raccolta la cosiddetta frazione estranea, cioè quella plastica che non proviene da imballaggi oppure quei rifiuti diversi dalla plastica. La frazione estranea passata da 42mila a 95mila tonnellate tra il 2014 e il 2017.
Non basta. L’aumentare delle quantità riciclate porta una saturazione del mercato dei beni riciclati a valle e diminuisce la capacità del sistema delle imprese di riciclo di assorbire quantitativi sempre crescenti.
I cittadini 
Un ritratto italiano. Il servizio di raccolta differenziata degli imballaggi di plastica è svolto in 7.300 Comuni (il 97% della popolazione); sono 33 i centri di selezione e stoccaggio e un centinaio le piattaforme per il supporto sussidiario alla raccolta da superficie privata e si avvale di 73 impianti di riciclo (di cui 22 in Unione Europea ) e 35 impianti di recupero energetico tra cementifici e termovalorizzatori (di cui 6 in Unione Europea ). Il consorzio Corepla ha erogato 310 milioni di euro a Comuni e aziende di raccolta differenziata della plastica.