Il Sole 24 Ore, 3 ottobre 2018
I robot comprano e vendono
Cavalcare la turbolenza dei listini italiani. Una mossa che gli algoritmi, dopo la notizia del rapporto Deficit/Pil al 2,4%, non si sono lasciati scappare. I robot trader hanno accelerato su diverse strategie: dagli arbitraggi con le azioni fino allo spread tra BTp e Bund e i differenziali lungo la curva italiana dei rendimenti. Proprio su quest’ultimo fronte, è l’indicazione di diversi esperti, gli algoritmi hanno ad esempio venduto la scadenza a 3 anni (più sensibile al rischio Italia) e comprato quella a 10 anni. La strategia implica 4 operazioni in contemporanea. Il robot invia il “sell” sul triennale e acquista il decennale. Poi da un lato, dando in prestito il BTp a 10 anni, incassa la liquidità per effettuare lo shopping del medesimo; e, dall’altro, con la somma acquisita dalla vendita del BTp a 3 anni, prende in prestito lo stesso per coprirne la cessione. Quattro mosse che una persona fisica, simultaneamente, ha grandi difficoltà nel gestire. Di qui l’utilizzo del robot. Certo: con maggiore calma la strategia l’imposta anche l’uomo. Inoltre la differenza tra i rendimenti finora non è cambiata molto. Vero! E tuttavia proprio quest’ultima condizione agevola l’operatività dei robot. I software realizzano infinite operazioni in pochissimo tempo, sfruttando minimi scostamenti dei prezzi. Un’attività impossibile per una persona. Con il che l’algoritmo si prende i suoi spazi.
Gli arbitraggi
Ma non è solo questione di spread sui governativi. Altro fronte dei software sono le azioni (i robot gestiscono il 66% dei volumi globali). Queste, con il superamento della “concentrazione degli scambi”, in Europa da tempo vengono scambiate su diverse piattaforme elettroniche. Orbene: gli High frequency trader (Hft), nel momento in cui la volatilità sulle società italiane è balzata all’insù, hanno sfruttato i disallineamenti (anche minimi) dei prezzi tra le diverse sedi di esecuzione. A ben vedere, per alcuni operatori, quest’attività è finanche “benefica”. Gli Hft, infatti, conferiscono liquidità al sistema e riallineano le quotazioni. Al di là di ciò i flash boys traggono vantaggio dalle turbolenze legate allo scontro tra Bruxelles e Roma sulla “Manovra del Popolo”.
Fin qui alcune considerazioni riguardo gli operatori ultraveloci. «Ci sono però anche trader automatici più lenti. In questo caso – sottolinea Enrico Malverti analista quantitativo – la finalità è diversa. Si tratta infatti di bypassare l’emotività umana. Soprattutto in situazioni come l’attuale dove l’istinto gioca brutti scherzi». Questi robot, basandosi su analisi statistiche e serie storiche di almeno 10 anni, da un lato hanno intercettato l’andamento di fondo di un asset come il BTp a 10 anni. E, dall’altro, sono riusciti ad individuare livelli di prezzo sensibili dove, ad esempio, i venditori tornano regolarmente con forza (attualmente è l’area di 127,5 euro per il contratto sul decennale). Quando il software, valutando anche la velocità con cui aumentano i contratti, rileva che a quel prezzo i volumi in vendita sono superiori alla media allora fa scattare i “sell”. Non solo. Altri algoritmi, analizzando la stessa strategia di fondo ma con correlazioni tra asset differenti, monitorano costantemente l’impostazione sul decennale. Nel caso questa risultasse non più adeguata viene sostituita con un’altra maggiormente efficiente. Insomma: l’algo trader, seppure con diverse finalità e differenti strategie, sfrutta e gestisce il rischio Italia.
I social network
Già, il rischio Italia. Gli investitori tradizionali in questi giorni lo affrontano guardando molteplici numeri e variabili. Tutti (più o meno) direttamente riconducibili alla dinamica dei listini. C’è invece chi guarda anche da altre parti: verso i social network. Molti algoritmi, soprattutto negli Usa, sono in grado di fare analisi semantica, prendendo ad esempio il flusso di notizie che gira su Twitter. Ai loro programmatori basta scegliere un argomento (ad esempio #ManovraDelPopolo), poi i temi correlati (gruppi di discussione collegati al tema principale) e impostare il comportamento del computer-trader: in base al flusso di notizie, l’algoritmo può dare il suo contributo alla strategia. «Nell’attuale situazione che riguarda l’Italia – afferma Fabrizio Lillo, docente di finanza quantitativa all’Università di Bologna- è scontato pensare che diversi fondi, soprattutto europei, inseriscano il sentiment dei social nelle loro strategie». Le piattaforme, come Twitter o Facebook, sono utilizzate a piene mani da politici, economisti e investitori del BelPaese. Un “news flow” che costituisce una miniera d’oro al fine d’individuare segnali operativi. Certo: è operatività di breve periodo. E, tuttavia, un semplice scollamento di prezzo in scia al tweet di un Ministro o di un rappresentate di Bruxelles può essere sufficiente per catturare la plusvalenza.