la Repubblica, 3 ottobre 2018
Si paga per non fare la fila nei colloqui con i professori
CAGLIARI In teoria, ogni genitore pagherebbe per non passare il pomeriggio a fare la fila per parlare con gli insegnanti dei suoi figli. In pratica, quando il desiderio si avvera pagando tre euro, si scatena la polemica. L’istituto comprensivo Su Planu di Selargius, paese di quasi 29mila abitanti nell’hinterland cagliaritano, è tra quelli sardi che hanno inserito sul proprio sito un link per usare una app fornita dalla società “Colloqui facili”. Tramite il link si entra nel sito dell’azienda, si scarica la app e si prenota il colloquio. Il sistema assegna un posto in fila e aggiorna costantemente sulla posizione che si occupa in coda. Con lo stesso servizio è possibile anche prenotare colloqui individuali, durante le ore a disposizione di mattina indicate dai docenti. Il tutto costa tre euro all’anno, somma che in alcune scuole sarde è a carico dell’istituto, in altre dei genitori. L’anno scorso, in una fase di sperimentazione (e di acquisizione clienti per la società) a Selargius il servizio era stato gratuito, mentre quest’anno, quando i genitori hanno cliccato sull’icona “Colloqui facili”, hanno scoperto di dover pagare. Aderire al servizio non è obbligatorio, ma i genitori di Selargius lamentano che chi non lo usa si ritrova sempre in fondo alla fila e argomentano che, comunque, non è giusto pagare per un servizio che la scuola pubblica dovrebbe garantire. Il Su Planu, dopo la polemica sul quotidiano L’Unione sarda, precisa che «la proposta di usufruire del sistema di prenotazione online è stata fatta dalla società alla scuola, dopo averlo fatto provare gratis l’anno scorso, con grande soddisfazione di genitori e docenti». L’istituto tiene anche a sottolineare che l’offerta della società – e l’inserimento del link sul sito della scuola – erano stati discussi nei consigli di interclasse con un primo parere quasi favorevole dei rappresentanti di classe, seguendo l’iter di norma. La discussione proseguirà nei prossimi giorni negli organi collegiali, ma l’istituto sardo non rinuncia a puntualizzare che “Colloqui facili” «è utilizzato da tante scuole cittadine e dei dintorni, e non è certo un modo per fare cassa o permettere i colloqui solo a chi paga». E conclude: «Se non si avevano le idee chiare sul servizio, o in assemblea non si fosse capito bene, la scuola e i collaboratori del dirigente avrebbero potuto dare o ripetere tutte le delucidazioni del caso». Fatto sta che non si lamentano soltanto i genitori di Su Planu, perché su Facebook la levata di scudi non si limita a Selargius.