Il Sole 24 Ore, 2 ottobre 2018
Vendite auto ko, crollo dei diesel
Una frenata brusca, nel mese di settembre, che ha ridotto di un quarto le immatricolazioni auto in Italia e che ha contratto, in particolare, i volumi delle motorizzazioni diesel di quasi il 40%. Il mese scorso in Italia sono state vendute 125.052 vetture, il 25,3% in meno rispetto a un anno fa. Mancano all’appello più di 42mila unità, un risultato che segue un agosto in forte crescita ma che contribuisce, nel complesso, a portare le immatricolazioni dall’inizio dell’anno a -2,7% rispetto a gennaio-settembre 2017. Pesa sul mercato il -40,3% di FCA, con un market share che nel periodo perde due punti sul 2017 (da 29 a 26,7) e una frenata che interessa anche i brand Jeep e Alfa Romeo, in crescita strutturale negli ultimi anni. Il segno meno, in realtà, ha interessato tutte le case automobilistiche, al netto di Toyota, cresciuta di quasi il 5% nel mese: il Gruppo Volkswagen ha perso oltre il 30% di immatricolazioni, Renault ha fatto ancora peggio, -45% mentre il Gruppo Psa ha registrato il 12% di vendite in meno, come Daimler (Mercedes e Smart), Bmw ha perso il 20%.
Per contestualizzare il dato di settembre, però, serve far riferimento a due fattori: il primo è l’exploit di agosto, indotto dall’entrata in vigore del nuovo sistema di omologazione dal primo settembre scorso; il secondo è l’esame del risultato dell’intero trimestre, dato a cui guardano gli operatori del settore, dall’Anfia, all’Unrae fino ai concessionari, che rivela, come sottolinea Pier Luigi Del Viscovo di Fleet & Mobility, una flessione complessiva del 6,9%. «Questo perché – spiega – a luglio e agosto sono state smaltite vetture Euro 6b che non potevano più essere immatricolate dopo il 31 agosto». Secondo l’Anfia, l’Associazione delle aziende della filiera automotive, «la situazione è destinata comunque a normalizzarsi nel quarto trimestre del 2018 con lo smaltimento degli stock di auto Euro 6B» sottolinea il presidente Aurelio Nervo. Una cautela condivisa da Gian Primo Quagliano del Centro Studi Promotor: «Se si considera che il primo semestre 2018 aveva chiuso il suo bilancio con un calo dell’1,5%, nel consuntivo a fine settembre vi è un leggero peggioramento – spiega – ma ci sono le condizioni perché si verifichi un moderato recupero nell’ultimo trimestre dell’anno». Gli analisti di Dataforce però mettono un’asticella al ribasso sulle previsioni di mercato per il 2018: a fine dicembre, dicono, le immatricolazioni dovrebbero attestarsi poco sopra quota un milione e 930mila unità, meno del milione e 970mila del 2017.
Se dunque è necessario contestualizzare il dato di settembre, dall’altro è innegabile la forte contrazione che ha riguardato le vendite di auto diesel: «l’alimentazione diesel è precipitata del 36,8% nelle preferenze degli italiani – evidenzia Dataforce –. In un solo mese sono state immatricolate oltre 40mila vetture in meno, tante quante quelle mancanti nel bilancio provvisorio di tutto il resto dell’anno».
Su questo punto interviene l’Unrae, a cui fanno capo le case costruttrici straniere: «I blocchi della circolazione per le vetture più anziane, più inquinanti e meno sicure sono un segnale positivo nell’ottica del rinnovo del parco» sottolinea il presidente Michele Crisci. Anche se la contrarietà alla “demonizzazione” delle auto a gasolio di ultima generazione resta un punto essenziale per produttori e componentisti. «Pensare di poter fare a meno nell’immediato di una motorizzazione che ancora oggi rappresenta il 50% del mercato – conclude Crisci – significa creare un buco produttivo che il paese non può nell’immediato colmare con altre motorizzazioni». Il comparto auto è alle prese con la revisione, in senso più restrittivo, da parte dell’Unione europea dei limiti di emissione di CO2 in atmosfera, con il voto da parte del Parlamento in programma per domani.