il Giornale, 2 ottobre 2018
Gli «Escolios» di Nicolás Gómez Dávila
Esce il secondo volume degli «Escolios» del grande reazionario Nicolás Gómez Dávila
«La più ominosa delle perversioni moderne è la vergogna di sembrare ingenui se non si civetta col male».
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«Oggi l’anziano è tanto inutile come un animale vecchio. Dove non c’è un’anima che gli anni forse nobilitano, rimane solo un corpo fatalmente degradato».
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«La castità, passata la gioventù, più che dell’etica fa parte del buon gusto».
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«Non ho nostalgia di una natura vergine, una natura priva dell’impronta contadina che la nobilita e del palazzo che corona la collina. Però ho nostalgia di una natura salva da industrialismi plebei e manomissioni irriverenti».
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«I problemi del Paese sottosviluppato sono il pretesto favorito dell’escapismo di sinistra. Carente di nuova mercanzia da offrire presso il mercato europeo, l’intellettuale di sinistra svende nel Terzo mondo i propri capi scoloriti».
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«La scienza non può fare altro che l’inventario della nostra prigione».
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«L’importanza di un avvenimento è inversamente proporzionale allo spazio che gli dedicano i giornali».
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«Oggi non è possibile rispettare i cristiani. Per rispetto verso il cristianesimo».
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«Il rispetto verso tutte le religioni è irreligioso. Chi è credente non riverisce gli idoli».
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«La frustrazione è il carattere psicologico distintivo della società democratica. Dove tutti possono aspirare lecitamente alla cuspide, la piramide intera è un’accumulazione di frustrati».
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«Così tanti pubblici diversi esistono oggi che qualsiasi libro, per quanto mediocre, trova illetterati da sedurre».
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«Quando il grande pubblico si appassiona alle arti, l’espressione estetica si semplifica in puro impatto».
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«Essere utile alla società è un’ambizione, o una scusa, da prostituta».
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«Ragione, Progresso e Giustizia sono le tre virtù teologali dell’imbecille».
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«Quando ci danno ragione dobbiamo tremare. Vuol dire che coincidiamo coi pregiudizi dell’uditorio».
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«Essere moderni significa vedere freddamente la morte altrui e non pensare mai alla propria».
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«L’etica autentica è l’arte di violare le norme con tatto».
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«Più grave della morte delle arti è che una volta morte non vogliano tacere. Borborigmi di carogne».
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«La percentuale di elettori che si astengono dal voto misura il grado di libertà concreta in una democrazia. Dove la libertà è fittizia o dove è minacciata, la percentuale tende a zero».
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«Nelle società dove la carica sociale costituisce meramente un incarico transitorio invece di aderire alla persona, l’invidia si scatena. La carrière ouverte aux talents è l’ippodromo dell’invidia».
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«La natura umana è una categoria assiologica. L’uomo è un obbligo che l’uomo suole trasgredire».
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«Chi si confessa in pubblico non cerca assoluzione, ma approvazione».
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«Per ammettere la grandezza di un personaggio è necessario bruciare prima la sua fotografia. L’eroe può essere rappresentato solo dall’immaginazione, nel marmo o nel mito».
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«La pletora di leggi è indizio del fatto che nessuno sa più comandare con intelligenza. O del fatto che nessuno sa più obbedire con libertà».
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«Caos, Gaia, Eros. Le cosmogonie scientifiche si sono dovute accontentare semplicemente di dare nomi meno pittoreschi alla trinità di Esiodo».
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«Se gli uomini nascessero uguali, inventerebbero la disuguaglianza per ammazzare la noia».
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«I due problemi cardinali del mondo attuale, espansione demografica e deterioramento genetico, sono oggi insolubili. I principi liberali vietano la soluzione del primo e i principi egualitari la soluzione del secondo».
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«Non c’è alba più desolata di quella di un’utopia».
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«Educare un giovane non consiste in familiarizzarlo con la sua epoca, ma fare in modo che la ignori il maggior tempo possibile».
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«Lo specialista non sa che cosa sa».
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«Il pubblico ha il misterioso potere di convertire in errore la verità che applaude».
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«Il prurito d’originalità è un’affezione dovuta alla mancanza di talento».
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«Dei diritti dell’uomo il liberalismo moderno ormai non difende che il diritto al consumo».
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«La letteratura è diventata una gesticolazione da naufrago quando dovrebbe essere una descrizione del naufragio».
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«Sociale è l’aggettivo che serve da pretesto per qualunque truffa».
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«Esiste un analfabetismo dell’anima che nessun diploma può curare».
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«Ormai non ci sono scrittori. Sopravvivono soltanto scribi. Amanuensi di muse defunte».
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«Tutto è voluminoso in questo secolo. Niente è monumentale».
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«Dobbiamo deplorare meno l’oscenità del romanziere attuale che la sua sventura. Quando l’uomo diventa insignificante, copulare e defecare diventano attività significative».