Il Messaggero, 1 ottobre 2018
Weinstein, non solo molestie: non ha mai restituito 45 milioni
Non solo molestie. In America, si aggrava la posizione di Harvey Weinstein, il produttore accusato di abusi sessuali da Asia Argento e da decine di altre donne, sia attrici famose sia sconosciute. Ai guai giudiziari iniziati nell’ottobre scorso, quando il New York Times rivelò l’esistenza di numerose denunce contro Weinstein (che continua a proclamarsi innocente), si aggiunge ora la causa relativa a un prestito di 45 milioni di dollari che la compagnia AI Entertainement aveva elargito alla Weinstein Corporation e di cui aveva chiesto l’immediata restituzione quando il produttore, in seguito allo scandalo, nel novembre scorso era stato cacciato.
RIENTRO IMMEDIATO
La vicenda era rimasta sospesa dopo che la Weinstein, nel marzo scorso, aveva dichiarato bancarotta. Ora AI Entertainement reclama il rientro dei 45 milioni di dollari e, mentre il caso è approdato alla Corte Suprema, Weinstein rischia di dover mettere mano al portafogli. Intanto vanno avanti le indagini sui presunti abusi sessuali che rischiano di portare dietro le sbarre per diversi decenni l’ex re Mida di Hollywood, arrestato ma rilasciato nel maggio scorso dietro pagamento di una cauzione da un milione di dollari.
L’udienza chiave è stata rimandata all’indomani delle elezioni di midterm, cioè l’8 novembre. Ma le denunce crescono, e non solo in America: sono salite a 11, nel Regno Unito, le donne che sostengono di essere state molestate da Weinstein. Negli Stati Uniti, il produttore ha registrato invece una piccola vittoria, se così si può dire: la magistratura ha respinto l’azione legale per molestie (avvenute, secondo la denuncia, nel 1990) intentata contro di lui da Ashley Judd, ma non la causa per diffamazione e perdita di opportunità professionali: l’attrice sostiene che, a causa di Weinstein, non avrebbe avuto un ruolo nella Trilogia del Signore degli Anelli. E nelle ultime ore ha parlato per la prima volta Penélope Cruz che nel 2009 vinse l’Oscar grazie a un film prodotto da Weinstein: Vicky Christina Barcelona diretto da Woody Allen, un altro big travolto dallo scandalo per le presunte, e mai dimostrate, molestie nei confronti della figlia adottiva Dylan.
PREMIAZIONE
La sera della premiazione la diva spagnola ringraziò il produttore e oggi ha dichiarato di non essere stata molestata da lui. «Ma sapevamo tutti che era un tipo difficile», ha detto Penélope, «infatti lui e io abbiamo avuto delle discussioni accese, ma di natura professionale: non mi sono mai trovata in situazioni di altro tipo. Con me è stato sempre rispettoso e quando lo scandalo è scoppiato, mi sono sentita sbalordita e rattristata». Ma questo non impedisce alla diva di essere solidale con le donne che denunciano gli abusi.