Corriere della Sera, 1 ottobre 2018
Crozza torna a graffiare
Finalmente Maurizio Crozza ha capito che il bersaglio grosso sono il suo ex amico Beppe Grillo («Se c’è la corruzione, la combatti! Ora ci sei tu al governo!») e quell’allegra brigata cui è stato affidato il destino dell’Italia.
Forse perché c’è di mezzo il dramma di Genova, forse perché anche i suoi autori si sono convinti della crisi che stiamo attraversando, ma da tempo non eravamo più abituati a un Crozza tanto battagliero e così intimamente risentito: Fratelli di Crozza, Nove, venerdì, ore 21,25 (ora su Dplay). Si ride a vedere il ministro Giggino Di Maio che sul balcone festeggia il DEF come un bambino che è andato a fare la spesa per conto della mamma («Come hanno fatto a fare la manovra? Col metodo della mamma: vai a fare la spesa, prendi quello che vuoi e poi dici che passa la mamma. È uguale, solo che la mamma è morta»).
Si ride ancora più amaramente a vedere il premier Giuseppe Conte nelle vesti di factotum di Salvini e Di Maio (prepara i toast, fa le fotocopie, si dimostra molto servizievole), insomma un niente. Si ride per non piangere nel seguire le vicende del ministro Danilo Toninelli che vuol trasformare il ponte Morandi sul Polcevera nel ponte di Galata in Turchia. È qui parte la battuta più feroce e raffinata della serata. Crozza è indignato nei confronti di Toninelli, «l’assicuratore di Cremona», e prende in giro il suo entusiasmo: «Vieni avanti entusiasta, come dicevano i fratelli De Rege».
Ce n’è anche per Simone Pillon, animatore del Family Day e senatore della Lega che vuole abolire divorzio e aborto. In questo quadro, però, la satira è meno efficace, nonostante l’idea scenografica di circondare Pillon di donne vestite nello stile della serie Handsmaid’s Tale.
Strepitoso infine Leognez, figlio di Fedez e Chiara Ferragni, l’infante destinato a farsi marchio dalla prima poppata.