Corriere della Sera, 1 ottobre 2018
«Non sbiancate l’eroina nera». E Disney rifà la principessa
Il naso troppo affilato, le labbra troppo sottili e, soprattutto, la pelle troppo chiara. Il risultato è che Tiana, l’unica principessa nera della storia della Disney, nel nuovo film d’animazione Ralph spacca Internet non è più così nera. Un cambiamento si direbbe non esattamente drastico, specie se si riflette sul fatto che il personaggio torna sugli schermi in una nuova era geologica dell’animazione, visto che La principessa e il ranocchio, di cui era protagonista, risale al 2009. Che sia diversa, insomma, è piuttosto normale. Ma negli anni in cui indignarsi non costa più niente, questo ritocco al personaggio è comunque bastato per far insorgere le molte persone che, durante l’estate, hanno accusato la Disney di razzismo, al grido – o meglio, all’hashtag – #dontwhitewahstiana, non sbiancate Tiana.
La novità è che, come in un salto in alto in cui l’asticella del politicamente corretto si sposta sempre più su, la Disney ha accolto le critiche e ha deciso di disegnare nuovamente la principessa, a due mesi dal debutto del film nelle sale americane (dove uscirà il 21 novembre, per il giorno del Ringraziamento). Complice il fatto che nel sequel di Ralph Spaccatutto non ha esattamente un ruolo principale e che il suo aspetto cambia – per così dire – a seconda della luce. In un trailer iniziale del cartone, infatti, viene mostrata con la pelle scura, assieme alle altre principesse Disney – da Biancaneve a Cenerentola, Jasmine e Ariel —, anche loro presenti nel film. Ma in una scena successiva, la sua carnagione è schiarita, così come i suoi capelli, ricci ma forse non abbastanza.
Ufficialmente, non c’è stato nessun commento dal parte del colosso dell’animazione. A parlare ci ha pensato però Brandi Collins-Dexter, del gruppo di pressione Color of Change che lavora per garantire una rappresentazione adeguata dei personaggi neri a Hollywood. «La decisione di Disney di ripristinare l’immagine della principessa Tiana, con una principessa indiscutibilmente nera con labbra piene, pelle scura e capelli scuri è una vittoria», ha confermato, aggiungendo: «Disney ha mostrato il suo impegno ad affrontare le preoccupazioni nostre e della comunità nera».
Preoccupazioni che erano anche quelle di Anika Noni Rose, cantante e attrice afroamericana che negli Stati Uniti ha dato voce a Tiana. Nelle scorse settimane aveva espresso a sua volta stupore per il whitewashing, facendo sapere di aver sollevato immediatamente il tema: «Il mio team e io abbiamo subito chiamato gli studios per parlare delle modifiche estetiche e tre settimane fa ho incontrato il gruppo di lavoro del film, tra cui l’animatore Mark Henn», ha scritto su Instagram. In quell’occasione le avrebbero mostrato «i passi che stavano facendo per riportare le cose a come erano prima». Ma alcune perplessità restano. Perché se Tiana torna nera, in questa reunion di tutte le principesse Disney, Mulan non è più così cinese e Pocahontas pare la cugina europea dell’eroina uscita al cinema nel 1995.
Se vince la mozione di riportare Tiana all’originale, perché per le altre dovrebbe essere diverso? Galleggiando tra razzismi (veri o presunti) di serie A e di serie B, per una risposta bisognerà aspettare. Almeno il prossimo sequel.