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 2018  ottobre 01 Lunedì calendario

Il volo di Kvarner, grifone dei record

Il grifone è un necrofago, un carnivoro che si nutre di carogne. E forse per questo non è tra gli animali che ispirano maggiore simpatia. Ma ce n’è uno che in queste ore sta vivendo momenti di gloria: si tratta di Kvarner, un esemplare giovane liberato nei giorni scorsi dal centro di recupero di Beli, sull’isola di Cres, in Croazia. Ha compiuto un’impresa, quasi «sportiva», attraversando l’Adriatico da una costa all’altra in circa tre ore e toccando punte di 117 chilometri orari.
L’impresa del grifoneMa non è la velocità, pur notevole, a rendere particolare la trasvolata: è il percorso effettuato, l’ideale linea continua di 170 chilometri che separa Martinscica da Ravenna. I grifoni, infatti, non amano sorvolare il mare troppo a lungo perché diversamente dalle zone montagnose non presenta molte correnti ascensionali, indispensabili per i loro spostamenti.
«Il nostro giovane avvoltoio – sottolineano però i ricercatori della riserva di Beli – ha deciso di rompere questa regola. Un caso eccezionale, basti pensare che durante la migrazione dal Nord Africa alla Spagna, attraverso lo Stretto di Gibilterra, i soli 14 chilometri che separano i due continenti risultano una distanza già troppo lunga, che fa desistere molti».
Kvarner però ci ha provato, probabilmente senza neppure essere consapevole della sue direzione finale, e ce l’ha fatta. Il suo percorso è poi proseguito fino alle rive del Po, nella zona di Parma, dove dopo trecentosettanta chilometri complessivi il suo viaggio si è fermato. Ad aiutarlo sono stati anche i forti venti di bora che soffiavano quel giorno in direzione Ovest.
Le abitudini degli altri«In Italia arrivano spesso grifoni provenienti dall’area balcanica – conferma il biologo e faunista Fulvio Genero, direttore scientifico del progetto “Sorvegliati speciali” della Riserva Naturale del Lago del Cornino, il primo centro italiano per la conservazione dei grifoni —, ma di solito salgono dalle montagne della Slovenia per poi sorvolare l’arco alpino. Quell’esemplare è stato molto coraggioso: era stato salvato dai nostri colleghi croati proprio dopo una caduta in acqua, frutto probabilmente della sua inesperienza, e quando è stato rimesso in libertà non ha esitato a riprendere la direzione del mare».
Il suo volo apre ora nuovi scenari: «Se lo ha fatto lui potrebbero averlo fatto anche altri – dice ancora Genero —. In passato non avevamo strumenti di rilevazione, ma oggi con i gps possiamo raccogliere dati preziosissimi».
In «pericolo critico»I grifoni sono classificati «in pericolo critico» nella Lista rossa delle specie a rischio di estinzione. Nell’Italia continentale non nidificano quasi più, ma il Friuli Venezia Giulia è un’aera di transito molto frequentata, anche grazie alla riserva del Cornino che viene gestita come carnaio, con la messa a disposizione di carcasse di animali morti in incidenti o negli allevamenti.
«Solo negli ultimi due mesi – spiega Genero – abbiamo contato almeno trecento esemplari provenienti da molti Paesi europei. Purtroppo la popolazione di grifoni è in forte declino, minacciata dalla scarsità di cibo, dalla sottrazione degli habitat, dalla scomparsa degli allevamenti tradizionali, dai residui di piombo delle cartucce dei cacciatori, dalle conseguenze degli impatti su tralicci o cavi dell’alta tensione e in generale dal disturbo antropico».
L’uomo che con l’attività rurale ne aveva favorito la diffusione in epoche passate, rischia oggi di essere la causa della sua scomparsa.