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 2018  ottobre 01 Lunedì calendario

Tutti i numeri sulla caccia e i cacciatori in Italia

Il primo dato fa pensare: in circa dieci anni il numero dei cacciatori è diminuito, passando da quasi un milione a 570 mila, oggi. Ma la cifra che non torna è che un altro numero, quello degli incidenti, non solo non è diminuito in proporzione, ma è rimasto immutato.
Un’occhiata alle cifre del dossier dell’Associazione vittime della caccia: nella stagione venatoria 2007/2008 ci sono stati ventisette morti causati tutti e soltanto da incidenti legati alla caccia, e dieci anni dopo, nel 2017/2018 ce ne sono stati appena cinque in meno, ventidue.
Stiamo parlando, precisiamo di nuovo, di vittime in ambito strettamente venatorio. Poi ci sono i feriti: settantaquattro furono quelli di dieci anni fa, sessantasette se ne contarono invece dieci anni dopo, nell’ultima stagione che si è chiusa a gennaio.
E nella stagione che è appena cominciata? Cosa sta succedendo? Si è aperta a metà settembre e il primo bilancio suona già come un bollettino di guerra. Il 17 settembre a Cesena viene colpito alla schiena un bimbo di otto anni. Era nel giardino di casa sua, fortunatamente si è solo ferito. Il 19 settembre è un anziano cacciatore in provincia di Genova che corre in codice rosso al pronto soccorso. E il 20 settembre a Rimini un ciclista viene colpito all’occhio da una raffica di piombini mentre viaggia su una pista ciclabile, mentre lo stesso giorno a Sesto Fiorentino una famigliola si vede «servire» al tavolo di un ristorante una gragnuola di piombini.
La tragedia di ieri non è ancora finita nel dossier dell’Associazione vittime della caccia, ma vi figura già un altro episodio della domenica precedente, il 23 settembre, per via dei colpi esplosi alle gambe e al torace di un uomo di 58 anni a Leno, in provincia di Brescia.
«Io lo dico da sempre, la caccia è una pratica diventata anacronistica oltre che molto pericolosa, come vediamo purtroppo ogni settimana». Michela Vittoria Brambilla, deputata di Forza Italia, è la leader del Movimento animalista. In questa legislatura ha già depositato tre proposte di legge contro la caccia.
Spiega Brambilla: «Una proposta di legge è per l’abolizione della caccia completamente, ma le altre sono per restringere, al fine di limitare i danni». Una delle proposte più importanti presentate da Michela Vittoria Brambilla è quella che prevede il divieto per i cacciatori di entrare in fondi altrui, con l’intento di limitare la caccia alle sole riserve ed evitare tragedie come quella che è avvenuta ieri nei boschi di Apricale, in provincia di Imperia.
«Se uno va a caccia e scambia un essere umano per un cinghiale ha dei problemi», critica il ministro dell’Interno, Matteo Salvini. «Bisogna impegnarsi per ridurre gli incidenti, serve aumentare la preparazione dei cacciatori per questo particolare tipo di caccia, quella al cinghiale, che necessita di maggiori attenzioni», sostiene Francesco Bruzzone, senatore della Lega e vicepresidente della Commissione Ambiente del Senato. Che aggiunge: «È necessario alleggerire la domenica diluendo maggiormente le giornate di caccia sul martedì e sul venerdì». Ma, avverte Bruzzone, «sbaglia chi cerca di usare un tragico momento per fare propaganda e chiedere l’abolizione di un’attività che non può essere eliminata: sarebbe come proporre di abolire le attività sciistiche o motociclistiche quando avvengono incidenti».
In dieci anni si sono contati 217 morti, soltanto per incidenti strettamente legati alla caccia. Oltre ottocento (804) sono stati i feriti, e non dobbiamo dimenticare che in realtà non stiamo parlando di anni solari, perché quando si parla di un anno di caccia, si parla di una stagione che dura poco più di un trimestre.
Al dossier dell’Associazione vittime della caccia si affianca un altro dossier, quello del Movimento animalista che, oltre a considerare gli esseri umani, si confronta anche con le vittime animali. Nel dossier si denuncia che in ogni stagione venatoria sono 400-500 milioni gli animali selvatici che vengono uccisi.