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 2018  ottobre 01 Lunedì calendario

Stagione della caccia, in dieci anni 217 vittime e 900 feriti

L’ultima stagione della caccia si è chiusa con un macabro bilancio: trenta morti e più di ottanta feriti. Tra le vittime venti sono cacciatori, dieci “passanti”. Come Gian Carlo Baragioli, 59 anni, ucciso lo scorso ottobre da una fucilata mentre raccoglieva le castagne nella campagna novarese. La stessa sorte del coetaneo Roberto Viale, morto pochi giorni dopo davanti alla moglie in un bosco nella zona di Bardineto, provincia di Savona. La stagione venatoria canonica si apre la terza domenica di settembre – sedici Regioni hanno però anticipato alla prima – e si chiude a fine gennaio.
Martedì e venerdì esclusi, sono 98 giornate disponibili: ogni tre, scappa il morto. Da dieci anni l’Osservatorio dell’Associazione vittime della caccia registra i numeri di una strage silenziosa, che si fa più pesante. In dieci anni, i feriti sono più di 900, i morti 217. Oltre alle vittime delle battute di caccia, l’Osservatorio tiene conto delle irresponsabilità dei cacciatori.Tra gli ultimi episodi lo scorso settembre a San Varano, provincia di Forlì-Cesena, una dodicenne è stata ferita mentre giocava in giardino. Tre giorni dopo invece i cacciatori di Codognè, Treviso, hanno crivellato una casa perforando la tenda della cameretta dei piccoli. A Montegrazie, Imperia, sparano vicino a un centro di ippoterapia. Interviene la polizia, tra gli armati c’è un bambino di dieci anni.
Nel dossier si sottolinea il problema della caccia al cinghiale, che fa registrare il maggior numero di vittime. Quest’anno l’apertura della stagione venatoria, anticipata nonostante il parere contrario dell’Ispra, è stata accompagnata da ricorsi e polemiche delle associazioni ambientaliste, che chiedono di limitare le giornate disponibili, un maggiore controllo per i cacciatori e di eliminare la possibilità di cacciare la domenica. 
Tra i punti più contestati della disciplina, c’è l’articolo che consente ai cacciatori di invadere i terreni altrui senza permesso. L’Ente nazionale protezione animali parla ora di «emergenza sicurezza», chiedendo di sospendere la stagione per «motivi di ordine pubblico, essendo una pratica ormai fuori controllo che causa decine di vittime umane e milioni di animali ogni anno».