Hanno vinto molto, si sono divertiti molto. Si sono divertiti meno quand’è cominciato il periodo delle vacche magre, del tortuoso cammino arrivare a una nuova presidenza. Al calo del divertimento si aggiungeva l’ineludibile aumento degli investimenti per tenere botta sul mercato, per essere competitivi come una volta.
Già si nota una differenza: fu Berlusconi a portare Galliani. Ora direi che è Galliani a portare Berlusconi al Monza, «che per 31 anni mi ha dato in prestito al Milan», precisa Galliani. Nel programma Ber-Gal, derby col Milan tra due anni, il tempo per il Monza di risalire dalla C. Allora, i tifosi del Monza sostenevano che la serie A, ma in parte anche la B, fossero un lusso per la squadra, troppo vicina a Milano per poter ambire a un buon numero di presenze paganti.
Troppo vicina anche a Bergamo e, quando viveva al disopra delle sue possibilità, a Varese. Sempre meno importanti gli incassi del botteghino, può darsi che la situazione sia cambiata e allora l’operazione nostalgia acquista un senso. La chiamo operazione-nostalgia perché è stato richiamato Massaro, che giocò nel Monza, e presidente resta Nicola Colombo, figlio di Felice, già presidente del Milan. A Berlusconi, per i suoi mezzi, il Monza è costato pochi bruscolini, 3 milioni di euro.
Ringiovaniranno a buon mercato, un tempo seguivano le grandi partite in Italia (derby, Juve, Roma, Napoli) e in Europa (Real, Barça, Bayern, Liverpool). Adesso si accontenteranno del derby col Renate o la Giana Erminio, delle trasferte ad Arzachena o Gavorrano. Si sono chiamati fuori da un fast foot troppo vorticoso, fuori dalla rotta delle grandi navi per navigare sottocosta e fare sosta nelle calette? Si vogliono regalare un capriccio senile che però fa parte di un’antica passione?
Intendono restare nel Grande Circo, ma occupando con la loro giostra una piazzola periferica?
Risponderà il tempo, perduto o ritrovato che sia, in questa storia che da metropolitana è diventata di provincia.
Di provincia è tutta questa puntata, che si sposta a Carrara. Salvata dal fallimento, la squadra è in C come il Monza ma con un budget molto più esiguo: circa un milione di euro l’anno contro i 5/6 delle squadre più forti. Gli attaccanti sono Maccarone e Tavano, 39 anni a testa. Allena Silvio Baldini, che a Carrara aveva già allenato dal 1995 al 1997. Che nel 2002 con i vecchi punteros aveva vissuto la promozione dell’Empoli dalla B alla A. A Carrara allena gratis (fonte: Libero) e gratis cucina. Allo stadio dei Marmi s’è ricavata una piccola mensa dove mangiano tutti insieme: titolari, riserve e ragazzi delle giovanili. «Si parla, si discute, è anche così che si fa squadra», dice Baldini. Ci credo. Di Gianni Rubini avevo scritto qualche anno fa, quando aveva regalato ai suoi giocatori (allievi Piacenza ) un libretto in cui di suo pugno aveva commentato ogni partita del campionato 1973/74, con relative pagelle. A distanza di una quarantina d’anni. Aveva scoperto i fratelli Inzaghi e Nainggolan, era stato dirigente ai tempi di Cagni e Novellino. A 78 anni era tornato ad allenare i bambini del paese, Podenzano. È morto la settimana scorsa.
Restiamo in provincia, a Luzzara, paese dove nacque Cesare Zavattini (altra grande testa da scoprire o riscoprire) e basterebbe questo a rendermelo caro e vicino. Ieri pomeriggio metà della stazione ferroviaria (il primo piano) è stata dedicata a Sergio Endrigo: da oggi sarà una scuola di musica. C’era Claudia, la figlia di Sergio, c’erano treni lenti di pianura che salutavano fischiando. C’erano ragazzi che cantavano le canzoni più note.
Una, intitolata "Stazioni", non la conoscevano. Sindaco con fascia tricolore sui jeans Andrea Costa: 9,5 perché è stato il primo (e unico) sindaco a raccogliere una domanda non provocatoria: perché in Francia molte scuole e centri culturali sono dedicati agli chansonniers, da Brassens a Brel, e in Italia no? Endrigo, il più alto e puro dei nostri chansonniers, da ieri ha un luogo del ricordo, della memoria, e una stazione ferroviaria s’intona al suo repertorio di addii e partenze.
Sull’ultimo Venerdì un dialogo tra Serra e Baricco spiega il web. Letto due volte, capito pochissimo (ma lo sapevo già prima). A un certo punto si racconta di Bill Gates. Gli chiesero: secondo lei in futuro ci sarà più bisogno di ingegneri o di poeti? E lui secco:che c’entrano i poeti? I poeti c’entrano sempre, non hanno password, e pazienza se gli ingegneri non lo sanno.