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 2018  settembre 29 Sabato calendario

Luca Guadagnino, interior designer

C’è una cosa che impegna costantemente Luca Guadagnino, regista da quattro nomination agli Oscar, ed è la sua passione per l’interior design: «Ci lavoro ogni giorno della mia vita, anche se sto girando un film». Guadagnino, in trasferta a Roma per l’inaugurazione del primo negozio del marchio australiano di cosmetica Aesop ( in piazza San Lorenzo in Lucina) disegnato da lui e dal suo Studio Luca Guadagnino, ha un’aria lievemente impacciata da eterno ragazzo. Jeans e camicia azzurra, racconta la sua seconda vita da progettista come una storia d’amore: «Io ero a Los Angeles e stavo promuovendo Chiamami col tuo nome quando, dopo un incontro casuale allo Chateau Marmont, ho trovato un biglietto scritto a mano in cui Dennis Paphitis, il fondatore di Aesop, mi invitava a progettare per loro senza immaginare che io già lavoravo nell’interior da due anni. Sapevo chi era Dennis, conoscevo il brand e i loro negozi e mi ha conquistato l’idea di trasferire la mia esperienza di vita a Roma, una città tanto affascinante quanto faticosa, in uno spazio Aesop».
Oggi che quel lavoro è finito, Guadagnino si aggira negli spazi accarezzando i dettagli: «Il lavello all’ingresso, dove potersi lavare le mani per poter provare i prodotti, ricorda la fonte battesimale della Basilica di San Lorenzo in Lucina che dista pochi metri dallo shop. Lo stesso accade per il pavimento a motivi romboidali con tre tonalità di travertino». Non solo. C’è anche tanto dei film di Pasolini: «I soffitti di paglia con tavelle organiche ricordano i tetti delle antiche abitazioni dell’agro pontino, molti dettagli sono legati all’esperienza nell’Edipo Re, mentre le eleganti mensole espositive con tocchi di smalto nero rimandano alle sottili stanghette degli occhiali di Pasolini. Sotto la guida degli architetti sono emersi tratti eleganti alternati a un linguaggio austero, la verità è che volevamo fare un negozio in cui far rivivere la primordialità di Roma».
La collaborazione con Dennis è stata fondamentale: «Ci siamo rimbalzati la cura per ogni dettaglio e la sua presenza è stata come fare costantemente l’amore durante il lavoro, infatti l’amore si fa in due».
Guadagnino ha dichiarato una volta che il suo vero organo sessuale sono gli occhi, ma quel suo sguardo è profondamente diverso a seconda se si posa sul set e sul design: «Girare un film è immaginazione, e anche i luoghi più belli non partono mai dall’estetica ma sempre dall’essenza della storia. Creare uno spazio d’interior invece è cercare di capire come una persona potrà vivere quello spazio ed è fondamentale l’input che arriva dal cliente e il dialogo con lui». Lo stesso è accaduto per la casa che ha ideato per il fondatore di Yoox, Federico Marchetti, sul lago di Como: «Ho ascoltato attentamente le esigenze di Marchetti perché mentre nel cinema puoi sempre modificare la storia, e cambiarla in seguito, non puoi farlo con una casa».
Una sola caratteristica è identica sul set come in un cantiere. Ed è il metodo: «Io non credo nella libertà creativa, quello che conta è la disciplina unita al rigore». Differenti sono i ritmi: più frenetici quelli del cinema, molto più meditativi quelli del disegno: «Almeno idealmente dovrebbe essere così, ma poi, anche nel progetto, si entra nelle minuzie e diventa tutto più difficile. È come una giungla in cui ti butti dentro e da cui non puoi più uscire».