la Repubblica, 28 settembre 2018
Sicilia, la sindaca contro il vescovo per la statua che suda
Una giovane mamma ha attraversato tutta la Sicilia per portare la sua bimba ammalata davanti al santo che suda, nella città sulla montagna. Di buon mattino, lungo la scalinata dell’Abbazia Reale di Agira, il cuore della provincia di Enna, c’è già un gran viavai. Tutti in attesa di vedere in sacrestia la statua di San Filippo u cacciaspiriti, il “nero”, il migrante santo – come lo chiamano da queste parti – finito nel video che impazza sul web. Il santo con la fronte che suda: è accaduto lo scorso 20 settembre.
Davanti alla chiesa ci sono tre liceali che hanno marinato la scuola. E poi una coppia di anziani, un uomo in giacca e cravatta appena sceso dalla corriera e una donna dall’aria smarrita. «A che ora aprono?». Ma la sacrestia è chiusa, per ordine del vescovo di Nicosia, monsignor Salvatore Muratore. «Ci sono accertamenti in corso», ribadiscono dalla Curia. E la sindaca di Agira, Maria Greco, insorge: «Liberate il santo. San Filippo non può restare in carcere e nemmeno in castigo. Perché il miracolo l’ha già fatto».
Colpo di scena. Che miracolo avrà mai fatto il santo arrivato dalla Tracia, sacerdote ed esorcista morto nell’anno 103 dopo Cristo? La sindaca Greco, avvocata ed ex parlamentare del Pd, allarga le braccia: «Possibile che il vescovo non se ne sia accorto? San Filippo ha riportato la speranza in questa terra martoriata, dove sembra non esserci futuro per i nostri giovani. La speranza che qualcosa di prodigioso possa accadere persino qui. E allora perché rinchiudere il nostro santo? Perché impedire alla gente di vederlo?». La sindaca ha deciso che scriverà in Vaticano, per chiedere conto e ragione della scelta del vescovo. Peppone (in gonnella) e don Camillo. «E ora sono passata ancora più a sinistra – scherza lei – perché il Pd mi ha deluso: troppe correnti, troppi salotti e poca attenzione alle esigenze della gente». Chissà che San Filippo non faccia il miracolo anche al Pd. «E magari Agira sarà il vero luogo della rinascita», sorride Maria Greco.
Ma, intanto, la battagliera sindaca ha avviato una sua indagine sul santo che suda. «Rispetto il lavoro della commissione nominata dalla Chiesa – dice – ma non comprendo perché io sia stata tenuta all’oscuro di quanto accadeva nella nostra comunità. Già a luglio, e a inizio settembre, c’erano stati altri episodi». Da buona avvocata, Maria Greco ha offerto a monsignor Muratore un ottimo consulente del Ris dei carabinieri per risolvere il caso. Offerta rifiutata. «A me interessa che si accerti presto la verità e che il santo sia liberato – ripete – perché il nostro centralino è intasato di chiamate. Tante persone vogliono vederlo, San Filippo è venerato in 26 Comuni del Sud e anche a Malta».
Il vescovo non replica. E attende il responso della sua commissione d’inchiesta. Però ha fatto sapere alla sindaca: «I devoti possono continuare a venerare San Filippo davanti alle sue reliquie, conservate in chiesa». Ma sembra che, per il popolo dei devoti, non sia proprio la stessa cosa. Mentre qualcuno sussurra già di grazie ricevute negli ultimi mesi. I miracoli al tempo del web.
Una cosa, però, è certa, e la sindaca lo ribadisce: «Anche solo due autobus di pellegrini al giorno potrebbero essere una grande occasione per la nostra comunità, che ha investito nell’idea di paese albergo, valorizzando case che hanno una vista mozzafiato sulle montagne della Sicilia. E in altre attività giovanili che il Comune ha finanziato con il microcredito». E, ora, ad Agira, tutti aspettano che San Filippo torni a sudare. «Questa è la città dell’accoglienza – dice la sindaca – Anche per questo il nostro migrante santo deve tornare alla sua gente».