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 2018  settembre 28 Venerdì calendario

Ritratto di David Ermini

Un iper renziano sui generis, che dialoga anche con i nemici più tosti, grazie allo scudo crociato che ha nel dna. La carriera di David Ermini inizia con la toga da avvocato e con l’impegno politico da consigliere comunale a Figline Valdarno, in provincia di Firenze, nel 1980. Una curiosità: alle elementari è compagno di banco di Maurizio Sarri, il futuro allenatore di Napoli e Chelsea: «Era un predestinato: sui quaderni, invece dei dettati, vergava formazioni e tattiche delle squadre – ha raccontato Ermini al Corriere —. Quando è diventato un grande mister non mi sono stupito più di tanto».
Il nuovo vicepresidente del Csm, oggi 58enne con una moglie e due figli, da giovanissimo è tra i più promettenti della sinistra Dc, gruppo di cui fa parte anche Tiziano Renzi, padre del futuro premier. Matteo, però, di anni ne ha appena 7: Ermini tenta la candidatura a sindaco nel suo paese, ma fallisce e torna per lungo tempo a fare l’avvocato a tempo pieno. D’un colpo si arriva al 2004. Matteo Renzi, con la Margherita, rottama lo strapotere dei Ds a Firenze e diventa il presidente della Provincia, operazione di cui Ermini è tra i protagonisti. Da lì in poi il connubio è inscindibile. Renzi rottama, Ermini dialoga con gli avversari e media dietro le quinte: così è riuscito a rimanere a galla, anche dopo il referendum.
Nel 2013, con Renzi segretario del Pd, il salto alla Camera. L’anno dopo, anche grazie ai quasi 30 anni passati con la toga addosso, arriva la nomina a responsabile Giustizia del partito. Sull’inchiesta Consip, che coinvolge anche Luca Lotti e il padre di Renzi, assume posizioni nette: una delle poche occasioni in cui veste i panni di falco. Nel marzo scorso Ermini viene rieletto alla Camera, ma a luglio viene scelto come membro laico del Csm: votato da tutto il Parlamento, anche dagli acerrimi nemici del M5S, con i quali Ermini riesce comunque a tenere buoni rapporti. La mossa è un cavallo di Troia studiato da Renzi, in prospettiva. Ieri mattina il colpo di scena, dopo un’ultima notte di trattative sul versante Forza Italia: «Non riesco a crederci – ha detto ieri Ermini agli amici più fidati – è il coronamento di un sogno, dopo tanti anni di passione e impegno nelle aule giudiziarie. Ce la metterò tutta: è una responsabilità enorme, e lascerò la tessera del Pd».