il Fatto Quotidiano, 26 settembre 2018
Come ti trovo il prossimo Dan Brown: un premio letterario da 150 mila euro
“Non stiamo cercando il nuovo Gadda”. Tocca al saggista Claudio Giunta infrangere, in qualità di giurato, il protocollo delle dichiarazioni formali durante la conferenza stampa del Premio DeA Planeta, il nuovo riconoscimento letterario italiano che ha l’ambizione di cambiare gli equilibri del mercato editoriale. Su un’assolata terrazza di Corso Como a Milano – nella via delle palestre vip e dei brand alla moda – il board del gruppo DeA Planeta e lo scrittore Javier Sierra si alternano al microfono ma ciò che lascia attoniti è l’importo in palio: 150 mila euro. Le regole sono chiare (in linea con il Premio Planeta, che vale però 600 mila euro, è nato nel 1952 in Spagna ed è prossimo alla 67ª edizione): potranno concorrere “opere di narrativa originale, inedita e scritta in lingua italiana”, autori maggiorenni di qualsiasi nazionalità che consegneranno il proprio romanzo – esclusivamente romanzi, non saggi né racconti o graphic novel – da oggi e sino al 28 febbraio prossimo, purché si tratti di almeno 200 pagine.
Con la possibilità di poter concorrere anche sotto pseudonimi. L’anonimato vige sino alla fine e non verrà rivelata ai 5 giurati a meno che non l’opera vinca, in quel caso verrà pubblicamente svelato. Ciò spiega – almeno in parte – la numerosa presenza di agenti letterari (Simone Marchi, Rosaria Carpinelli, Silvia Meucci e Marco Vigevani): le norme Antitrust vietano ai colossi editoriali italiani di imporre opzioni pluriennali agli autori. Un malloppo di queste dimensioni farà ovviamente gola a tutti ma sarà anche in grado di attirare autori best seller verso l’orbita del gruppo italo-spagnolo? La sensazione è che qui ci sperino tutti, pronti ad accogliere un fiume di manoscritti “all’insegna dell’intrattenimento di qualità”, dietro cui si celino grossi nomi. È vero che in passato il Planeta è stato vinto anche da Gabriel Garcia Marquez ma, dovendo fare un pronostico, il vincitore sarà – con tutta probabilità – un libro che abbia una chiara, smaccata, connotazione commerciale. Altrimenti sarebbe un’operazione stile Titanic. Del resto, il Premio Strega garantisce “appena” 5 mila euro e un sorso di liquore al Ninfeo mentre il Campiello ne ha appena assicurati 15 mila a Rosella Postorino. Ma siamo lontanissimi da queste cifre, “garantite interamente dai fondi del gruppo DeA Planeta”, afferma l’amministratore Gian Luca Pulvirenti, escludendo così sponsor esterni o fondazioni. Il Premio garantirà al vincitore non solo la pubblicazione in lingua italiana: il gruppo si impegna “alla pubblicazione dell’edizione in lingua spagnola dell’opera vincitrice presso case editrici del Gruppo Planeta, nonché a tradurre l’opera vincitrice in lingua inglese e francese”. Del resto bisogna pur rientrare dall’investimento, no? Stefano Izzo, responsabile narrativa italiana DeA Planeta, auspica “una cinquina finale con tutti i generi rappresentati, dal rosa al noir” su cui i cinque giurati – Massimo Carlotto, Marco Drago (vicepresidente Gruppo Planeta De Agostini), Claudio Giunta, la conduttrice radiofonica Rosaria Renna e la libraia bergamasca, Manuela Stefanelli – dovranno pronunciarsi entro il mese di marzo.
E per tutti gli altri manoscritti inviati, vigerà un’opzione di un mese. In pratica per evitare che altri editori si appostino dietro l’angolo fiutando il colpaccio. La premiazione della prima edizione avverrà il 15 aprile 2019 e “l’importo avrà valenza di anticipo sulle prime 100 mila copie vendute”, con la garanzia di un tour internazionale. Ma la frase decisiva è un’altra: l’opera vincitrice avrà una “distribuzione massiva sul territorio nazionale”. I soldi sono tanti e chi vincerà sarà ovunque. Anche negli autogrill.