Corriere della Sera, 26 settembre 2018
Salvini batte Di Maio sui social: ha 1,1 milioni di follower in più
Non sono sondaggi, ma a modo loro anche i social possono fornire interessanti indicazioni sul gradimento dei politici e dei loro partiti di riferimento. Facebook e Twitter sono due termometri che confermano in pieno l’ascesa e il successo di Matteo Salvini (soprattutto) e Luigi Di Maio.
Cominciamo da due numeri: se il leader della Lega da inizio anno al 19 settembre ha visto crescere i suoi fan su Facebook da 1 milione e 975 mila a 3 milioni e 143 mila, il suo pari grado a 5 Stelle è passato da 1 milione 165 mila a 2 milioni e 63 mila. Il loro avversario più agguerrito, Matteo Renzi, nello stesso arco di tempo è cresciuto di soli 17 mila fan ed ora si attesta a 1 milione 127 mila, staccatissimo dai due competitor.
Ascesa politica e attività social vanno di pari passo, insomma. E lo attesta anche Twitter, dove pure il primatista si rivela Renzi con 3 milioni e 300 mila follower (ma Salvini cresce di 242 mila e si ferma a 875 mila, mentre Di Maio aumenta di 174 mila per attestarsi a 442 mila complessivi). «I numeri confermano che le forze populiste comunicano meglio attraverso Facebook – osserva Eva Sacchi, senior researcher di Ipsos – mentre Twitter è rivolto verso un segmento più elevato e cattura più interesse a sinistra». Dentro i flussi di lungo periodo, si colgono due specificità. Il vicepremier a 5 Stelle fa il pieno di like e condivisioni tra la chiusura della campagna elettorale e il successo alle elezioni (il suo secondo post più letto, oltre 280 mila like, è dato dagli auguri di Pasqua). Di contro, il ministro dell’Interno incassa un primo risultato positivo intorno al 4 marzo, ma prende il volo dal battesimo del governo Conte e per tutto il mese di giugno (le prime dimostrazioni di forza sul fronte sbarchi). I ritmi di crescita, in entrambi i casi, sono impressionanti, nell’ordine dei 100 mila (per Salvini anche di più) «amici» in più ogni mese.
C’è poi l’altra faccia della medaglia, come confermano anche i sondaggi sulle intenzioni di voto degli italiani. «Se si monitorano i post e i tweet più seguiti – sottolinea ancora Sacchi – è facile constatare come gli esponenti di centrosinistra siano quasi completamente assenti». Nemmeno Renzi, che pure ha una assidua frequentazione dei social, riesce più a «sfondare». E fa riflettere il fatto che su Twitter i due messaggi che fanno registrare il maggior consenso risalgono alla fine di maggio, nel periodo più convulso delle consultazioni che poi sono sfociate nel governo gialloverde, e portano la firma di Paolo Gentiloni (la solidarietà al presidente Mattarella e il suo addio a Palazzo Chigi).
L’ultima osservazione è sul contenuto. «Toni e parole sono quelli della campagna elettorale – conclude la ricercatrice di Ipsos —. Anche se ora sono al governo, M5S e Lega hanno capito che bisogna mantenere questo registro per crescere nei consensi».