Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2018  settembre 26 Mercoledì calendario

Facebook di nuovo all’attacco, fuori gioco i fondatori di Instagram

L’elefante che si mangia il topolino cresciuto troppo. Il finale era già scritto. Ieri è arrivata l’ufficializzazione. I due fondatori di Instagram, Kevin Systrom e Mike Krieger, lasciano la guida del social network di fotografie controllato da Facebook: differenti vedute e tensioni crescenti con Mark Zuckerberg sul futuro della app, dicono nel gruppo. «È stato un viaggio che non dimenticherò. Otto anni dopo se mi guardo indietro sono orgoglioso e grato di aver fatto parte di questo viaggio. Grazie all’intera comunità. Noi andiamo via ora», ha scritto Systrom su Twitter. 
La storia di Instagram è solo l’ultima dell’epopea meravigliosa delle società hi-tech nate quasi per caso nella Silicon Valley. Da un garage alla conquista del mondo digitale. Nell’ottobre 2010 Systrom e Krieger lanciano la loro app per condividere gli scatti fatti con lo smartphone, modificare le immagini, migliorarle con filtri, colori e contrasto e condividerle con gli amici in rete. All’inizio Instagram gira solo su IOS, il sistema operativo di Apple. Ci vorranno due anni per riuscire a programmare e a lanciare la versione Android. Nel frattempo il social delle immagini esplode. In tutto il mondo si creano comunità di “instagrammers”, appassionati di fotografia che cominciano a utilizzare la piattaforma per condividere la loro passione. Instagram diventa il posto dove caricare le istantanee della vita dei suoi utenti. 
Nel 2012 la app rientra nell’orbita di Zuckerberg: Facebook compra Instagram per 715 milioni di dollari. Quando il deal viene annunciato, la società ha solo 13 dipendenti e 30 milioni di utenti registrati. Le prospettive di crescita sono promettenti, ma più di un analista all’epoca parla di «cifra eccessiva». 
Oggi Facebook è in caduta libera, non solo per gli scandali sulla privacy seguiti al caso Cambridge Analytica, ma soprattutto perché il social network ha perso di interesse tra le nuove generazioni. Negli Stati Uniti Facebook non va più, snobbata dai teenager che lo chiamano ormai «il social dei vecchi». Le valutazioni della app-social di foto nel frattempo, assieme alla crescita esponenziale dei suoi utenti, esplodono: oggi Instagram ha oltre un miliardo di utenti attivi che ogni mese la usano per condividere foto e vedere video e scrivere pensieri. Si prevede che gli utenti possano diventare due miliardi nei prossimi cinque anni. La app di foto è diventata la principale fonte di ricavi di Facebook al di fuori dell’orbita del social network. Ed è valutata 100 miliardi di dollari, secondo le stime di Bloomberg. Un gioiello insomma, in una casa madre che mostra qualche crepa. 
Oltre agli utenti, cresce il tempo medio di permanenza. In giugno arrivato a 53 minuti al giorno su Instagram, appena cinque minuti meno di Facebook, secondo i dati di SimilarWeb. Grazie anche alle nuove funzioni che permettono di condividere video long form. Una popolarità che farà aumentare i ricavi: in una lettera agli azionisti qualche mese fa un analista di Wells Fargo parlava di un potenziale di 20 miliardi di dollari di fatturato apportato all’anno da Instagram alla casa madre. Una cifra enorme, che equivale quasi ai ricavi trimestrali di Facebook, che invece sta conoscendo un rallentamento. Troppo importante insomma per non assorbirla completamente nell’orbita del gruppo.
Tolti di mezzo i fondatori, Zuckerberg avrà mano libera nell’integrare ancora di più Instagram con Facebook: sarà un ramo d’azienda più che una grande società indipendente staccata dal gruppo. Non è la prima volta che accade. Sei mesi fa lasciarono WhatsApp i due fondatori Brian Acton e Jan Koum in seguito ai problemi di Cambridge Analytica e all’insistenza di Zuckerberg per integrare la loro app, pubblicità comprese, con la casa madre. La porta di uscita fu scelta 18 mesi fa anche da Palmer Luckey, il co-fondatore di Oculus. Insomma tutti i fondatori delle tre grandi società acquisite da Facebook hanno lasciato, dopo l’acquisizione, Menlo Park. Facebook vuole tutto il controllo. 
Per anni Systrom e Krieger hanno resistito “amichevolmente” ai tentativi dell’elefante Facebook di cooptare idee, infrastrutture e i migliori talenti. Zuckerberg alla fine ha vinto: «Kevin e Mike sono stati degli straordinari leader di prodotto e Instagram riflette i loro talenti creativi combinati – ha scritto in una nota il ceo di Facebook -. Ho imparato e lavorato molto con loro negli ultimi sei anni e mi sono davvero divertito». 
Il nuovo numero uno di Instagram sarà con molta probabilità Adam Mosseri, ex capo dei news feed di Facebook, arrivato a Instagram a inizio anno. La notizia non è stata accolta bene dagli appassionati della app di fotografie in tutto il mondo. E neanche in Borsa dove il titolo di Facebook ieri ha registrato un calo già prima dell’avvio delle contrattazioni.