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 2018  settembre 26 Mercoledì calendario

Saranno costruiti da Leonardo gli elicotteri d’assalto di Trump

La vecchia Finmeccanica ricomincia dove tutto era finito. Vale a dire negli Usa da cui era stata buttata fuori dopo l’annullamento della gara per l’elicottero del Presidente degli Stati Uniti. Era stato il primo di una serie di incidenti culminati con il processo per le mazzette in India e l’azzeramento di una fornitura miliardaria. Per ricominciare il gruppo di cui il Tesoro è azionista al 30%, aveva cambiato tutto: dal nome (Leonardo) ai presidenti e amministratori delegati fino all’arrivo di Alessandro Profumo. Ieri la rivincita. Il gruppo, ormai diventata la prima manifattura italiana per numero di dipendenti (oltre 45 mila), ha vinto, insieme alla Boeing la gara da 2,4 miliardi per costruire 84 elicotteri da combattimento destinati alla Usaf, l’aviazione militare statunitense. Un po’ come aver preso un Master ad Harvard con il massimo dei voti. IL PROGETTO Il mezzo è stato battezzato MH-139, ma in realtà è solo un allestimento dell’AW139 che rappresenta il prodotto di maggior successo dell’azienda italiana: 900 venduti e 200 già in costruzione. Sicuramente il progetto elicotteristico di maggior successo nel mondo degli ultimi 15 anni. La Borsa ha risposto con entusiasmo considerato che il titolo è salito del 2,39% a 10,7 euro. Per Banca Akros, però, è solo l’inizio considerato che vede il traguardo a 13,5 euro. Addirittura 17 euro applicando gli stessi multipli dei concorrenti Bae e Thalés. Ma in questa partita non si gioca solo una gara di numeri e di fatturato. Ci sono simboli e rivalità. Il fatto per esempio che il nuovo elicottero sostituirà i Bell UH-1N ‘Huey’ (nome inglese di Qui uno dei tre nipoti di Paperino). La sigla dice poco, ma ad andare in pensione è uno dei simboli del secolo scorso. L’elicottero più usato in Vietnam, diventato anche protagonista a cinema. Dal «Cacciatore» ad «Apocalipse Now» passando per «Platoon» e «Rambo». E non finisce qui. La cordata Leonardo-Boeing ha sconfitto il ‘Black Hawk’ della Sikorsky. I vertici dell’azienda si sono dichiarati «delusi» per il risultato e questo lascia pensare ad una risposta a colpi di carta bollata. SIKORSKY Anche qui il nastro dei ricordi si riavvolge: era stato proprio il ricorso della Sikorsky a portare all’azzeramento della gara per l’elicottero del Presidente. Una bocciatura dove la politica aveva giocato un ruolo di primo piano. La prestigiosa commessa era stata vinta quando l’inquilino della Casa Bianca era il repubblicano George Bush che, a fine mandato, aveva fatto un bel regalo all’amico Silvio (aveva anche concesso a Berlusconi di parlare al Congresso Usa). Con Obama il ribaltone: il nuovo Presidente aveva preferito pagare una multa salatissima (ovviamente a carico dei contribuenti) pur di togliere l’appalto ad una azienda appartenente allo Stato italiano governato da Berlusconi. Ora che alla Casa Bianca c’è un’altro repubblicano come Trump la ex Finmeccanica torna a fare affari in Usa. E potrebbe anche non essere finita. L’aviazione Usa deve sostituire i velivoli d’addestramento. Si tratta di 350 aerei del valore compreso fra 7 e 16 miliardi di dollari. Leonardo corre da sola contro Boeing e Lockheed. Propone una versione dell’Aermacchi M-346 che ha chiamato T-100. Viene costruito a Varese. In caso di vittoria una catena di montaggio andrà in Usa.