Il Sole 24 Ore, 25 settembre 2018
Porsche, addio alla produzione di modelli diesel
Era nell’aria da tempo, poi dal numero uno di Porsche Oliver Blume è arrivata la conferma definitiva: la casa di Zuffenhausen dice addio al diesel e questo avviene dopo aver sospeso la produzione dei modelli con motori Ti di Macan, Cayenne e Panamera per riorganizzare la produzione al fine di rispettare il ciclo di omologazione Wltp. In realtà lo stop era avvenuto a inizio anno quando, a febbraio, la casa tedesca della galassia Volkswagen aveva sospeso laproduzione della varianti turbodiesel a partire dallo scorso febbraio, e questo a causa anche degli strascichi del famoso Dieselgate scoppiato tre anni fa. Il mercato ha reagito senza scomporsi (-1,32% il titolo a Francoforte).
Per Porsche si tratta di una sorta di ritorno al passato e, contemporaneamente, di una spinta verso il futuro. La prima diesel firmata Porsche fu, infatti, l’”eretico” suv Cayenne del 2003 (la macchina che cambiò le sorti del marchio), che proprio 10 anni fa nel 2008 montò unità a gasolio di derivazione Audi. I puristi storsero il naso (e lo avevano fatto anche con l’arrivo dello sport utility), poi il mercato premiò questa motorizzazione che dilagò su Panamera e anche sul secondo suv della marca di Stoccarda: Macan che ora è prossimo al lancio della seconda generazione e offrirà motori a benzina e propulsori ibridi plug-in al pari di Panamera e Cayenne. Si tratta del famoso ibrido ricaricabile, soluzione che permette di avere tre auto in una: sportiva a benzina, elettrica pura con circa 50 km di autonomia e ibrida prestazionale.
Porsche sull’elettrificazione ha messo sul piatto oltre sei miliardi di euro spalmati fino al 2020, un piano di sviluppo votato alla riduzione di consumi ed emissioni, pur salvaguardando il Dna di un marchio che produce vetture emozionali.
Il prossimo anno, infatti, arriverà la Taycan, supercar a quattro porte che segna un nuovo capitolo della casa: una terza era dopo la leggendaria 911 (icona eterna del brand) e dopo l’era dei suv che hanno fatto diventare Porsche una casa da circa 250mila unità all’anno. Taycan condivide tecnologie “alla spina” con Audi (che settimana scorsa ha svelato la sua prima elettrica, il suv e-tron) e sembra essere la vera anti Tesla Model 6: 600 cv, 500 km di autonomia e ricarica super rapida a 800 Volt per fare l’80% del pieno di energia in 15 minuti.
Per Porsche l’addio al diesel non è un fatto traumatico ma una scelta consapevole sul futuro. Lo stesso Ceo ha affermato di non voler «demonizzare il diesel e di garantire il rispetto dei clienti» ma va detto che modelli Come Panamera, Macan e Cayenne hanno mercato nelle flotte aziendali premium e qui molte aziende stabiliscono policy alquanto restrittive sul diesel, policy basate spesso sull’immagine negativa del diesel che non sulla realtà della tecnica.
Ma non è solo il premium a rallentare sul diesel. In questi giorni anche il gruppo francese Psa, che sui motori a gasolio ha costruito un impero, ha deciso il timing del processo di elettrificazione che porterà all’introduzione di 15 modelli a batteria, 7 dei quali elettrici puri e i restanti 8 ibridi plug-in. La svolta inizierà il prossimo anno, con apripista il marchio Peugeot.