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Fra poco meno di una settimana, lunedì primo ottobre, l’Assemblea dei Nobel sceglierà la migliore ricerca in campo medico. Sarà la prima assegnazione dopo gli scandali che negli ultimi mesi hanno minato l’integrità del premio per la Letteratura, fino a farlo saltare. Thomas Perlmann, segretario generale dell’Assemblea per il Nobel, fa parte del team che seleziona gli studi sulla medicina. È fra le persone che lavorano senza sosta ogni giorno per restituire a questa premiazione integrità agli occhi del mondo.
Professor Perlmann, vi aspettate contestazioni o polemiche per la scelta di quest’anno?
«Le cose si sono rese complicate per quanto riguarda il premio per la letteratura, ma non credo che ci saranno problemi a breve termine per le altre premiazioni. Il prestigio del Nobel resiste, è un riconoscimento con una lunga storia ed è molto autorevole. Qualchecosa cambierà se l’Accademia di Svezia, che sceglie il migliore autore letterario, non risolverà al più presto i suoi problemi organizzativi. Per questo, spero che si trovi una soluzione per un ritorno alla normalità».
Come ha reagito la comunità scientifica svedese a quanto accaduto? Che clima c’è oggi a Stoccolma?
«Lo scandalo ha destato preoccupazione in molte persone in Svezia e anche in tutti coloro che, come me, fanno parte del team che lavora al Premio Nobel. Ora siamo in prima linea per aiutare i colleghi che si occupano del Nobel per la letteratura. Devono individuare in tempi rapidi nuove regole per selezionare il vincitore. Se potremo, cercheremo di lavorare con loro per consigliarli al meglio».
Come mai sono poche le donne a vincere il Premio Nobel per la medicina? Esistono poche scienziate o il problema è che a selezionare sono soprattutto gli uomini?
«Nel nostro comitato abbiamo lavorato molto per abbattere qualsiasi pregiudizio nei confronti delle donne. Il problema fondamentale è che gli uomini sono molti di più e che nelle posizioni apicali è raro trovare una ricercatrice. Rispetto a 20- 30 anni fa oggi le cose stanno migliorando, ma va detto che a volte scegliamo i vincitori selezionando scoperte fatte in passato, anche venti anni fa, e per questo il problema è evidente. Vorrei che le cose migliorassero molto più in fretta».
Come scegliete gli esperti che vi aiutano a individuare la rosa di candidati? Quali sono i criteri?
«Durante il corso dell’anno mandiamo migliaia di inviti a ricercatori internazionali e selezioniamo circa 400 nomination. I componenti del comitato del Nobel esaminano questo materiale e richiedono i pareri di esperti internazionali per individuare la ricerca più importante nei diversi campi medici, fino poi a selezionare il premio Nobel».
Come è cambiata nel tempo la logica con cui selezionate i candidati? Date più spazio all’immunologia, alle nuove tecnologie?
«Il riconoscimento è dedicato a una scoperta, non premiamo un settore specifico. Ma nel tempo abbiamo allargato l’indagine alle nuove frontiere della medicina e ora sempre più settori della medicina sono stati premiati».
Date spazio anche a settori della ricerca particolari. Mi riferisco al premio a Youyou Tu, nel 2015, che si era ispirata alla medicina tradizionale per la sua terapia contro la malaria.
«Si tratta sempre di scienza. Anche se Youyou Tu era partita dalla medicina tradizionale, i suoi studi sull’artemisina contro il parassita della malaria, hanno solide basi scientifiche».
Come mai il Nobel è così autorevole?
«Ha una tradizione antica. È l’unico che premia diversi settori importanti: la scienza, la letteratura e la pace e le scelte vengono fatte in modo molto rigoroso. Il comitato sceglie attentamente, dopo un lungo lavoro».
Come riuscite a mantenere il segreto fino alla fine?
«La persona che riceve il Nobel non lo sa fino all’ultimo istante. Infatti nel corso della stessa giornata prendiamo la decisione e la annunciamo durante la celebrazione ufficiale. Accade ogni anno il primo lunedì di ottobre e la modalità è sempre la stessa. Abbiamo regole di segretezza molto rigide e le rispettiamo».