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 2018  settembre 24 Lunedì calendario

La squadra di smanettoni hi tech per i Ferragnez

Ferragnez, ovvero il matrimonio social per eccellenza. Ma pensare che i due sposi novelli abbiamo trascorso ogni momento del loro sodalizio appiccicati agli smartphone a twittare attimi di felicità sarebbe sbagliato. A smanettare dietro la coppia più glamour e trendy del momento c’è un pool di esperti in semantica, intelligenza artificiale e machine learning. 
«Per ottenere una comunicazione vincente bisogna trasformare un viewer anonimo in un fan ingaggiato che in quanto tale partecipa, diventando un acquirente», spiega Vladimiro Mazzotti ceo di Zerogrado, la software company di Treviso che sviluppa soluzioni innovative per la gestione dei fan con l’obiettivo di aumentare l’engagement rate e il potenziale di monetizzazione. In Zerogrado hanno investito (1,3 milioni di euro) vip, come Fedez, ma anche sportivi ed imprenditori digitali di primo piano come il calciatore Stephan El Shaarawy, Mauro Del Rio (Capital B!), Fabio Cannavale (Boost Heroes), Paolo Vacchino (Focus Futuro) e Antonio Assereto (Proximity Capital).
«Valorizzare milioni di follower trasformandoli in un asset patrimoniale non è cosi semplice – continua Mazzotti —. Oggi sono tutti vanitosi del grande numero, ma tra l’avere 20 milioni di follower anonimi o averne il 20% ingaggiati ed attivi disposti ad acquistare servizi e prodotti, ce ne passa». E i Ferragnez sono stati i primi a capirlo. La influencer e il rapper hanno oltre 20 milioni di follower. Dopo le nozze, su Instagram Fedez è passato da 6,3 a 6,8 milioni di seguaci, mentre la influencer con la fede al dito supera quota 15 milioni. Il social wedding, inoltre, avrebbe generato affari per 36 milioni di dollari, appassionando 67 milioni di fan. 
«La nostra tecnologia esalta il potenziale di piattaforme come Facebook Messenger e WeChat, portando risultati di livello assolutamente superiore – continua Mazzotti —. Il 97% del pubblico viene raggiunto immediatamente e i tassi di partecipazione sono fino a 20 volte superiori rispetto a quelli dei social media tradizionali» che per il ceo di Zerogrado «hanno tre limiti strutturali che la nostra tecnologia colma. Innanzitutto la raggiungibilità. Quando si scrive un post lo vede appena l’1%. Il 99% delle persone non vede mai quello che pubblichiamo per mille motivi, in primis tecnici. Il secondo ostacolo riguarda il coinvolgimento. Cosa fanno le persone una volta ricevuto un messaggio? Lasciano un commento o condividono un contenuto. Nulla di più. La nostra piattaforma di messaggistica invece coinvolge al massimo». Con i chatbot? «No. I chatbot scimmiottano le conversazioni reali, sono inefficaci. Il terzo limite dei social network è la monetizzazione. Vendere in rete è difficile e poco remunerativo. L offerta è uguale per tutti, la gente non è contenta quando si ritrova finestrelle di vendita e la profilazione è difficile». Difficile si, ma a quanto pare non impossibile.