la Repubblica, 24 settembre 2018
La pizza entra nel rancio dei soldati Usa
La busta di plastica è di uno strano colore grigio-rosato, l’etichetta ha solo quattro semplici parole (più la data della confezione): shelf stable pizza pepperoni. La pizza al salame piccante (pepperoni) a lunga conservazione è l’ultimo arrivo nelle razioni da campo (e da combattimento) dell’esercito americano, che riflettono, come poche cose, la ricchezza della cucina multietnica così diffusa negli States. Non saranno cibi gourmet, ma tra i militari Usa le MRE (acronimo che sta per Meal, Ready to Eat) di recente generazione stanno diventando piuttosto popolari, tanto che su eBay ed altri siti di compravendita è un fiorire di acquisti e vendite (non sempre legali) anche tra chi militare non lo è.
Con gli anni Duemila e le nuove frontiere militari sono cambiate molte cose, anche nel cibo. Fino a una dozzina d’anni fa i soldati del US Army liquidavano le MRE definendole un po’ sprezzantemente Meal Rejected by Everyone (cibo che non vuole nessuno) e in gran numero finivano nei secchi della spazzatura ancora intatte. I responsabili del programma decisero che era ora di dare una svolta e piano piano vennero inseriti una serie di nuove razioni più adatte al palato delle nuove generazioni dei soldati Usa (l’esercito americano è professionale, non di leva).
Per reclutare e mantenere i volontari di cui ha bisogno – basti pensare che gli Stati Uniti sono ancora impegnati in una guerra senza fine come quella in Afghanistan – l’esercito ha costruito nel nuovo millennio un’elaborata struttura di supporto sociale per le truppe e le loro famiglie. Un programma con cui si offre assistenza ai figli dei militari e consulenza familiare, benefici per l’istruzione e l’accesso ai college, alloggi di base migliori e centri fitness com nei condomini delle gran di metropoli. Mancava migliorare il cibo, ed ecco che nel corso degli ultimi anni alle razioni con il classico cibo ‘made in Usa’ (carne tritata, pollo, fagioli neri, ‘macaroni cheese’, cornbread, cereali e via dicendo) si sono aggiunti diversi menù di cucina indiana, latino-americana, cinese.
Mancava la pizza, che in ogni sondaggio fatto tra i soldati finiva sempre al primo posto. Da questa estate la lacuna è stata colmata. Ci sono voluti sei anni di studi, alla fine gli scienziati del Combat Feeding Directorate, presso il Centro di ricerca sui soldati di Natick, che lavorano a stretto contatto con l’industria alimentare commerciale, sono riusciti a creare la pizza giusta: una pizza che dura tre anni e resiste alle temperature fino a 27 gradi.
Ecco dunque tra i 24 menù da scegliere la ‘pepperoni pizza’, cui vengono abbinati grissini italiani, formaggio da spalmare, cracker e jalapeño, biscotti e per finire cioccolato in polvere. Della pizza da combattimento, prodotta da Bridgford Foods (società specializzata in cibi congelati), vengono elencati sul sito dell’esercito anche i dettagli: 280 calorie, 12 grammi di grassi, inclusi 5 grammi di grassi saturi, 0 grammi di grassi trans, 10 grammi di proteine e 2 grammi di zucchero.