il Fatto Quotidiano, 24 settembre 2018
Peni in pena
Ha impiegato 414 pagine, il dottor Spitz, per spiegare come rendere “il pene felice”, ma sarebbero bastate due righe: con x, con y, con z, oppure da dietro. Epperò il dottor Spitz tiene alle misure: più lungo è (il libro), meglio è. Fine della discussione sulle 414 pagine – disegni inclusi – del Libro del pene felice.
Veniamo al contenuto, un “argomento che non lascia indifferenti… il Nostro è sovente incompreso, calunniato e trattato duramente, anche se in certe occasioni la durezza va più che bene”: Spitz, tra i più importanti urologi americani e “orgoglioso possessore” di pene (al singolare), non disdegna l’ironia e i doppisensi. Facile, però, quando si discetta di anatomia “penetrante”.
In bilicotra saggio medicamentoso, trattato scientifico e manuale di self-help, Il libro del pene felice è una accozzaglia di informazioni, illustrazioni e aneddoti, articolata in tre parti, spesso ridondanti: come funziona; come farlo funzionare; problemi. Quest’ultima è fin spaventosa, trattando di serie patologie che vanno dalla disfunzione erettile ai tumori, dalle malattie veneree alle infezioni, e poi storture varie, priapismo, fratture, traumi e una lunga serie di disturbi correlati, quali l’obesità, il tabagismo, il diabete, gli psicofarmaci, l’eccessivo consumo di pornografia, la bicicletta, l’ansia da palcoscenico…
Eppure, di coup de théâtre è innaffiato il testo, soprattutto le sezioni dedicate ai “sessercizi” – niente di complicato, per carità: ci sono i desegnini – e il “programma in cinque step per mantenerlo in salute” con tanto di dieta ad hoc: poche proteine (Spitz sponsorizza il regime vegetariano, se non vegano) e molti beveroni, il cui ingrediente segreto rimarrà qui segreto. Ma attenzione: l’ingrediente segreto contiene anche “ammine, molecole derivate dall’ammoniaca”, dai nomi eloquenti come “cadaverina e putrescina” e dai sapori chi lo sa.
Oltre ai rimedi naturali, alla toelettatura, ai giocattoli e ai sex toys, corrono in soccorso del pene – con grande invidia della controparte genitale femminile – anche la chimica e la chirurgia: interventi per l’allungamento e l’ingrandimento, pillole, ormoni, punturine, protesi e supposte uretrali.
Il pene, poi, è genuinamente democratico e “trasversale: tocca tutte le classi sociali, le razze (sic!) e i generi”. Chi non si è mai chiesto, a qualsiasi latitudine del globo, “chi ce l’ha più grosso? Chi ce l’ha più piccolo? Chi ce l’ha più duro? Chi è più veloce? Perché fa questo? Perché non fa quest’altro?”.
Per fortuna, è arrivato il dottor Spitz a ringalluzzire i peni in pena di tutto il mondo, sfornando una buona dose di consigli pratici e incoraggiamenti psicologici, un po’ guru e un po’ vecchia zia. L’importante è non sottostimare mai il gingillo: “Per molti si tratta solo di una parte del corpo che fa sporadiche apparizioni e che per lo più si limita a penzolare”. Che spettacolo penoso: su questo ha ragione il dottor Spitz.