Avvenire, 23 settembre 2018
In India nasce un database degli stupratori
Svolta in India, Paese dove ogni due minuti viene commessa una violenza sessuale ai danni delle donne. Il governo federale di New Delhi ha annunciato la creazione del primo registro nazionale, online, esclusivamente dedicato agli autori di reati a sfondo sessuale. Tra gli obiettivi c’è anche quello di dimostrare all’opinione pubblica indiana misure concrete contro le violenze verso la popolazione femminile, ormai diventata emergenza sociale, con casi trattati anche dai media internazionali.
Secondo quanto riferito dal ministero del-l’Interno, il database sarà accessibile soltanto alle forze dell’ordine e non sarà quindi consultabile pubblicamente. Si stima che dovrebbe contenere, fin dall’inizio, almeno 440.000 nominativi già schedati per reati che vanno dallo stupro (con una specifica se commesso in gruppo) fino alle molestie sessuali, comprese quelle sui minori. Ciascun profilo conterrà nome e cognome, indirizzo, fotografia e impronte digitali.
Come riferito nel comunicato ufficiale, il “National Database on Sexual Offenders”, questo il nome che letteralmente significa “Database nazionale dei trasgressori sessuali”, svolgerà un doppio ruolo, aiutando «in maniera efficace» sia a rintracciare e identificare coloro che commettono il reato sia a investigare più velocemente per capire l’esatta dinamica e il numero di persone coinvolte, tutto questo «senza compromettere la privacy individuale». L’annuncio è arrivato all’indomani dell’ennesima violenza sessuale ai danni di una bambina, episodio che ha aumentato lo sdegno tra i cittadini. Si tratta di una piccola di 7 anni, abusata a New Delhi e ora in gravissime condizioni in seguito di un’emorragia. Per un recente sondaggio della Thomson Reuters Foundation, l’India è il «peggior Paese al mondo dove essere donna».
Da tempo anche l’attuale governo del premier nazionalista, Narendra Modi, sta tentando di trovare una soluzione al dilagare delle violenze sessuali. Intervistato dalla Ccn il ministro dell’Interno, Kiren Rijiju, ha detto che il fenomeno è «il più grande nemico della società indiana».