Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2018  settembre 23 Domenica calendario

Intervista a Costantino della Gherardesca

È ripartito giovedì 20 settembre, in prima serata su Rai2, Pechino Express numero 7, e ha fatto boom. Terzo migliore esordio di sempre, 1.911.000 spettatori, 9.92% di share, programma più visto della serata (superato solo dalla fiction Rai1 Non dirlo al mio capo 2 con 4,5 milioni, 21,64% di share), primo trend topic su Twitter in Italia, terzo nel mondo. Cambiate le coppie di concorrenti e la destinazione stavolta è Avventura in Africa il format è lo stesso: un viaggio con 1 euro di bugdet al giorno, un punto di partenza e uno di arrivo, le sfide, dieci tappe-puntate. Alla guida, l’inossidabile Costantino della Gherardesca.
Niente crisi del settimo anno?
«No, Pechino è sempre nuovo. Una rarità, un programma di intrattenimento che apre una finestra sul mondo, in una tv italiana tanto provinciale che neanche i programmi di informazione parlano di esteri».
Vi ha battuti la fiction: cos’ha Lino Guanciale più di lei?
«Oddio, non so chi sia.
Ma in più avrà lo stipendio: gli attori di fiction in una puntata guadagnano quello che io guadagno in due anni».
Andrea Fabiano, direttore di rete nonché più grande sostenitore di Costantino in tv, che le ha detto dei risultati?
«Ci siamo sentiti per messaggio, era contentissimo. Andiamo molto d’accordo, è buono, una persona perbene».
Il successo di Pechino dipende dai concorrenti: è vero che li scegliete lei, Fabiano e il capoprogetto Cristiano Rinaldi?
«E Silvia Gandolfi, sì (capo del casting di Magnolia, ndr)».
E che ogni anno vi telefonano in centinaia, tra personaggi e agenti?
«Pure ex concorrenti. Chi fa Pechino ricorda l’esperienza in modo estremamente positivo».
Sarà che ti pagano per viaggiare?
«Non ti pagano molto. Pechino si fa per l’esperienza, l’avventura. E per il lusso di non avere i telefonini. Non per soldi».
Nessuno perché è morto di fama?
«No, i morti di fama non li vogliamo. Abbiamo una linea editoriale diversa. Premiamo i più squilibrati e curiosi».
Le mannequin Linda Morselli e Rachele Fogar, figlia del conduttore Ambrogio, non lo sembrano affatto
«No, in effetti. Sono molto piacevoli».
Sono più buoni, quest’anno?
«Per niente. Sono inferociti per la gara. Adriana Volpe è di una cattiveria rara (con Marcello Cirillo compone la coppia I Mattutini, ndr)».
E Maria Teresa Ruta/Patriza Rossetti, Le signore della tv?
«La Rossetti è simpatica. La Ruta vive come una sedicenne degli Anni 50: tutto la emoziona, tutto è meraviglioso, una sorpresa. La persona meno cinica e disillusa che abbia mai conosciuto in vita mia. L’opposto di me»
Lei ci fa, non ci è, suvvia
«No? Sono falso e avido come tutti i conduttori televisivi».
È anche ricco, quindi?
«No. Magari fossi come Scotti o Bonolis, loro non sono pieni di debiti come me».
E perché non lo è?
«Non ho ancora fatto pubblicità. Ma sogno una campagna per una grande multinazionale»
Quale?
«Nessuno mangia MacDonald’s quanto me».
Eppure oggi è magrissimo. A proposito: ci tiene tanto a come viene in foto, ora che è dimagrito è diventato vanitoso?
«Non sono abbastanza bello per esserlo. Mi vedo e non mi piaccio. Magari in video, in azione, va bene. Ma in foto fermo, in posa, mi trovo veramente brutto».
Meglio il Costantino di ieri, grasso, dipendente da alcool, droga e psicofarmaci, o quello di oggi, magro ed equilibrato?
«Per questione di salute, benessere e competenza professionale, quello di oggi. Ma senza dubbio il Costantino di prima si divertiva di più».
E se quello tornasse? Paura o nostalgia?
«Per carità, no, non torna più. Io non ho mai nostalgia, la detesto. Adoro guardare al futuro»
Chi sarà il presidente della Rai?
«Boh».
Chi vorrebbe?
«In una società meritocratica e spiritosa sarei io».
Per prima cosa farebbe?
«Seconde, terze serate, più programmi di viaggi. Farei vedere di più il mondo».